MARIALUISA TADDEIALLA BIENNALE DI VENEZIA

53° ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE D’ARTE LA BIENNALE DI VENEZIA  DIRETTA DA DANIEL BIRNBAUM

PADIGLIONE SAN MARINO:  START 1.

Commissario: Leo Marino Morganti. Curatore del Padiglione San Marino: Valerio Pradal.

Sede: Isola di San Servolo, Palazzina n° 17

7 GIUGNO – 22 NOVEMBRE 2009

Vernice: 4 giugno h. 14.30

 

CHIESA DI SAN SAMUELE:  INTO THE LIGHT – PAVILLON PARADISE

A cura di Giorgio Cortenova.   Sede: Chiesa di San Samuele, Campo San Samuele, Venezia  (nei pressi di Palazzo Grassi)

5 GIUGNO – 22 NOVEMBRE 2009

Press conference: 5 giugno h. 12.00 –   Vernice: 5 giugno h. 18.00

 

Sono due i luoghi che vedranno protagonista Marialuisa Tadei all’interno della 53° Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, Fare Mondi, diretta da Daniel Birnbaum;

Marialuisa Tadei è stata infatti invitata a rappresentare il Padiglione di San Marino, curato da Valerio Pradal, dove esporrà La grande ciglia, all’ Isola di San Servolo, nella Palazzina n° 17.

 

Oltre al padiglione San Marino,  Marialuisa Tadei esporrà le sue opere anche nella mostra personale: Passaggio alla Luce – Into the Light, che avrà luogo all’interno della Chiesa di San Samuele (Campo san Samuele),  a due passi da Palazzo Grassi. Nella sua personale sarà possibile ammirare le opere  La strada bianca 2007, Passaggio alla luce 2009,  La croce di vetro 2000,  Waterfall 2009,  The forest 2009, Oculus Dei 2004, e altre opere significative dell’artista.

Si tratta di opere di dimensioni monumentali, che ben esprimono una delle idee portanti dell’opera di Marialuisa Tadei:  il clima di spiritualità e gioia che proviene da ciò che è divino, in contrasto con la materialità del mondo che ci circonda.

 

In occasione della mostra, sarà realizzato il catalogo A SENSE OF WONDER  sul lavoro di Marialuisa Tadei, con testi critici di Omar Calabrese, Giorgio Cortenova, Donald Kuspit e un intervista a  cura di Valerio Deho’.

 

Il lavoro di Marialuisa Tadei è caratterizzato dall’intenzione di creare un forte legame tra due mondi all’apparenza molto distanti: quello consumistico e materiale  in cui tutti siamo immersi, e poi una dimensione più spirituale, meno immediata.

Attraverso l’utilizzo di materiali che da sempre sono stati associati alla bellezza, la cui leggerezza e trasparenza allude al legame tra materialità e spiritualità, quali piume, vetro, veli, Marialuisa Tadei cattura lo spettatore e stabilisce una connessione tra i due mondi. Le sue opere rimandano ad immagini che provengono dalle profondità della nostra psiche ed anima, una sorta di “inconscio collettivo”. Ciò è reso possibile soprattutto dalla capacità di Marialuisa Tadei di rendere leggeri materiali che solitamente sono pesanti, come il ferro, e viceversa di appesantire materiali trasparenti e leggeri, come il vetro, gli specchi.

 

Marialuisa Tadei nasce a Rimini, attualmente vive tra San Marino, Londra e New York. Si Diploma all’Accademia delle Belle Arti di Bologna (D.A.M.S.), ha frequentato la Domus Academy di Milano. Ha ottenuto il PgDip al Goldsmiths College, University of London. Ha conseguito un Master di archittettura, arte sacra e liturgia all’ Università Europea di Roma.  Le sue opere sono presenti all’interno di importanti collezioni private e pubbliche, sia in Europa che in America.

 

Marialuisa Tadei a Venezia

di Donald Kuspit

 

Opere come Giardino su Marte, Sapienza creatrice e + (Glass Cross) di Marialuisa Tadei hanno qualcosa in comune, non solo perché sono concepite come unità di uno stesso, grandioso, insieme, ma perché sono tutte astratte – in senso biomorfico nel caso di Giardino su Marte, in senso geometrico nel caso di + (Glass Cross) –  e soprattutto perché rimandano a quella che una volta si chiamava “religione naturale”: quel sentimento religioso o senso del sacro che sorge nel momento in cui si diviene consapevoli della meraviglia, per non dire del miracolo, della vita. È come se la luminosità della croce di vetro – che emana e al tempo stesso cattura la luce, e addirittura la incarna in forma apparentemente cristallina – fosse necessaria alla crescita delle piante fantastiche del giardino di Tadei.

Come quelli del giardino dei sogni infantili di Gorky, anche questi sono fiori “intelligenti”, dotati non solo di una mente propria, ma anche di piume simili a viticci che alludono al glorioso seppur breve volo di Icaro – a un’esistenza mutevole, eroica e proprio per questo precaria, che osa innalzarsi fino al cielo giungendo troppo vicino alla fonte della vita. Sapienza creatrice – un’intricata geometria gestuale che ben si addice alla mente divina – completa la trinità: si tratta in effetti dello Spirito Santo, l’intelligenza sapiente che anima, guida ed eternamente rinnova la vita. Come le piante di Tadei, anch’essa sembra flettersi su se stessa e aspirare ad altezze luminose, come indica l’acciaio specchiante della curva superiore. Tadei è giunta qui a una nuova astrazione trascendentale, restituendo l’astrazione stessa alle sue radici profonde, in una luminosa esperienza della natura (come in Kandinsky), e suggerendo che anche in una società modellata da una cultura popolare profana è ancora possibile praticare un’arte sacra originale.