I commercialisti suggeriscono al Governo modifiche tecniche alla convenzione fiscale contro le doppie imposizioni con l’Italia
Proprio in questi giorni i tecnici e i funzionari del Governo stanno elaborando le proposte da portare sul tavolo delle trattative con l’Italia per le modifiche alla convenzione contro le doppie imposizioni, parafata nel 2002, ma mai entrata in vigore. L’Ordine dei Dottori Commercialisti ed il Collegio dei Ragionieri hanno accolto volentieri l’invito del Segretario Antonella Mularoni a collaborare fornendo idee e suggerimenti ed in poco tempo hanno elaborato, attraverso un gruppo di lavoro congiunto, un documento tecnico che è stato consegnato al Segretario stesso nell’ultimo weekend. Tale documento è composto anche da delle proposte di scambio di note da inviare alla controparte italiana e di un Protocollo di modifica della Convenzione, che potrebbero essere utili allo scopo. I commercialisti sammarinesi, tenuto conto dei limitati margini di trattativa, hanno ritenuto di dover concentrare la loro attenzione solo su alcuni aspetti, quelli cioè ritenuti del tutto imprescindibili per San Marino ed il suo sistema economico:
1. l’interpretazione dell’art. 4 in materia di residenza, con particolare riferimento ai criteri applicabili nei casi di doppia residenza convenzionale delle società (la cd. “esterovestizione”): a giudizio dei commercialisti, presumibilmente attraverso uno scambio di note San Marino dovrà sostenere l’interpretazione fornita dal Commentario OCSE, per cui il concetto di sede di direzione effettiva non comprende l’oggetto principale di attività dell’impresa e soprattutto non necessariamente include il mercato di riferimento, superando così la negativa interpretazione unilaterale italiana;
2. l’applicazione dell’art. 26 sullo scambio di informazioni, con riferimento a fattispecie antecedenti l’entrata in vigore della Convenzione: a giudizio dei commercialisti, nel Protocollo di modifica della convenzione si dovrà inserire un’apposita clausola che renda applicabile la disposizione alle informazioni relative ai periodi di imposta successivi all’entrata in vigore della convenzione stessa; tale possibilità non è infatti esclusa dal Commentario OCSE;
3. gli effetti delle modifiche all’art. 26, contenute nel Protocollo, rispetto alla disciplina tributaria italiana relativa agli Stati che consentono un adeguato scambio di informazioni ex art. 168-bis d.p.r. 22 dicembre 1986, n. 917: a giudizio dei commercialisti, è indispensabile infatti che l’entrata in vigore della convenzione provochi automaticamente l’ingresso di San Marino nelle white lists italiane ed in tal senso dovrà essere inserita un’altra apposita clausola nel Protocollo di modifica.
I commercialisti sammarinesi, nel documento firmato congiuntamente dai due presidenti Marino Albani per i dottori commercialisti e Gian Enrico Casali per i ragionieri, ribadiscono più volte che queste sono questioni di fondamentale importanza e che sono imprescindibili per consentire al sistema economico sammarinese di conservare essenziali operatività, possibili in regime di trasparenza, sia ai fini della tutela degli investimenti esistenti, sia per attirarne in futuro. Ma soprattutto che la loro richiesta all’Italia non rappresenta nulla di straordinario nel contesto internazionale, trattandosi di soluzioni tecniche del tutto ragionevoli all’interno delle interpretazioni fornite dal Commentario OCSE stesso. Ai commercialisti pare altresì scontato suggerire che le modifiche alla convenzione fiscale vadano sottoscritte da San Marino contemporaneamente alla nuova convenzione finanziaria. I commercialisti fanno poi presente di aver scelto di non suggerire possibili soluzioni su altri temi delicati, ritenuti importanti ma non prioritari come l’art.4 e l’art.26: vale a dire la direttiva madre/figlia, la tassazione dei frontalieri e la stabile organizzazione. Infatti la convenzione del 2002 e la normativa italiana sono già sufficienti per l’applicazione della direttiva comunitaria e comunque la questione potrebbe essere oggetto di trattativa con l’Unione Europea. Invece la tassazione dei frontalieri è sì un elemento negativo, un nodo che andava affrontato prima, ma che è di pertinenza della controparte italiana, la quale potrebbe tuttavia autonomamente rivederne il trattamento, considerato quanto concesso da tempo ai cittadini italiani che lavorano in Vaticano o Svizzera. Attorno poi al delicato concetto di “stabile organizzazione”, l’Italia mantiene unilateralmente posizioni molto decise, dispone di un’ampia casistica ed ha una normativa in costante evoluzione; a parere dei commercialisti è invece necessario fare sempre riferimento a quanto espressamente indicato nel Commentario OCSE, ma è chiaro che è preminente una scelta di natura politica in merito, soprattutto per le prevedibili ricadute sull’attuale sistema di rilascio di licenze d’esercizio a San Marino. Però dovranno anche essere considerate le opportunità che si potrebbero creare per gli operatori economici sammarinesi verso l’esterno. I commercialisti sammarinesi ringraziano il Segretario Mularoni per l’invito loro formulato per una collaborazione tecnica su questi temi di vitale importanza e si dichiarano ovviamente disponibili a proseguire questo gratificante percorso di confronto tecnico con il Governo.
Marino Albani, presidente Ordine dei Dottori Commercialisti Gian Enrico Casali, presidente Collegio dei Ragionieri