Il caso Mps a margine dell?attesa riunione dei ministri economici. Padoan punta alla sospensione del bail in, Berlino permettendo. Ma anche Deutsche Bank soffre e propone un piano di salvataggio europeo da 150 miliardi di euro.
I ministri dell’Economia dei 19 membri dell’Eurozona si ritrovano per la prima riunione del dopo-Brexit. Ma a Bruxelles non si parlerà solo dell’Ue senza Gb. Sebbene non all’ordine del giorno il tema banche infiammerà infatti la riunione soprattutto in vista della pubblicazione, il 29 luglio, dei risultati degli stress test. Per Mps Pier Carlo Padoan proverà a strappare concessioni su bail in e ricapitalizzazione, Berlino permettendo.
La data del 29 luglio, sul calendario dei ministri dell’Economia del Vecchio Continente, è cerchiata di rosso. L’Eba, come detto, quel giorno diffonderà gli esiti degli stress test e questi riguardano da vicino anche cinque banche italiane. Mps, ovviamente, e ancora Unicredit, Intesa , Banco popolare e Ubi.
Bail in e ricapitalizzazione – Le nuove regole comunitarie parlano chiaro. Con il salvataggio pubblico di un istituto nessun conto corrente con più di 100mila euro è salvo. Stessa sorte per chi si è assunto un rischio investendo in titoli azionari e obbligazionari. E’ il famoso, per qualcuno famigerato, bail in. Insomma, Bruxelles permette la ricapitalizzazione precauzionale da parte dello Stato delle banche, purché solvibili e purché vi sia il contributo di azionisti e di obbligazionisti. C’è tuttavia una carta da giocare per evitare brutte sorprese per i risparmiatori: la misura può essere sospesa e la protezione allargata a tutti i risparmiatori qualora sia a rischio la stabilità finanziaria. E su questo aspetto punta il governo italiano.
Le perplessità di Berlino – C’è però da convincere Berlino e il suo ferreo ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble. Il prossimo anno, in Germania, si vota. E presentarsi agli elettori dopo aver avallato una deroga ai principi fissati dall’Ue sulle banche può rivelarsi un passo falso decisivo. Tuttavia qualora dagli stress test emergessero difficoltà anche per altri grandi istituti bancari europei, le richieste di Roma potrebbero venire accolte più facilmente.
Il caso Deutsche Bank – Ma, paradossalmente, proprio Berlino potrebbe divenire l’alleato più prezioso dell’Italia. La posizione di Schäuble, infatti, non è condivisa ai piani alti di quel gigante il cui futuro è decisamente incerto che risponde al nome di Deutsche Bank. Il capo economista dell’istituto tedesco, in un’intervista a Die Welt, è arrivato a chiedere chiede un gigantesco programma di salvataggio e ricapitalizzazione con denaro pubblico e in deroga alle norme europee. Un fondo pubblico, in altre parole, da 150 miliardi di euro. E Db non è l’unica banca tedesca in sofferenza: preoccupa anche la Bremer Landesbank.
Martedì l’Ecofin – Trattative e discussioni non sembra possano risolversi in tempi brevi nonostante il governo italiano desideri chiudere la questione prima dei risultati degli stress test. E c’è da scommettere che l’argomento finirà, martedì, anche sul tavolo dell’Ecofin, quando accanto ai 19 ministri dell’Economia dell’Eurozona si siederanno anche i loro colleghi dell’area non-euro dell’Unione europea.
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