Punto Shop…le varie dichiazioni e prese di posizione.

Per dovere di cronaca e per far capire come e perchè il ns. editorialista Giorgio Felici ha scritto quel bellissimo editoriale dove specifica come stanno esattamente le cose, facciamo il sunto di quello che è accaduto quest’oggi relativamente alla vicenda PUNTO SHOP.

Nella prima mattinata il consigliere Tito Masi interviene dopo la firma dell’accordo tra governo e Punto Shop. L’ex Segretario all’industria era stato indirettamente chiamato in causa dal Segretario al Lavoro Gian Marco Marcucci (suo collega di maggioranza) che aveva dichiarato che i problemi erano già in essere mesi fa e che il precedente esecutivo non ha affrontato. Pronta la replica di Tito Masi che ai microfoni di RTV ha dichiarato: “I problemi non furono affrontati perché nessuno li aveva posti all’attenzione dell’esecutivo”.

PierMarino Mularoni (DDC) replica su La Voce e dichiara: quello del Patto mi sembra il governo dei bambini: o è colpa della crisi, o è colpa del precedente governo. Visto che in campagna elettorale hanno promesso miracoli che inizino a lavorare. Quello del Punto Shop è un problema che non poteva essere risolto prima visto che le stesse banche gli concedevano credito”.

Continua Alessandro Rossi (SU) che una interpellanza già presentata dice: ”Per Punto Shop si parla di 23milioni di esposizioni con il sistema bancario sammarinese, di 5 milioni di pendenze con i fornitori e di 800mila euro di mancati stipendi per il personale e circa un milione di euro di contributi vari non versati allo Stato…
Vista la dimensione del problema, simile per entità alla vicenda Banca del Titano anche se chiaramente con evidenti differenze, ci sentiamo in dovere di porre la massima attenzione su questa vicenda”
e finisce chiedendosi ”se è vero che nella assemblea dei soci di giugno sono stati distribuiti i dividendi fra gli azionisti, e se è possibile sapere a quanto sono ammontati pro quota questi dividendi”.

Rincara la dose il Prof.Cecchetti di libertas.sm dicendo:”A dir il vero non si riesce a capire come Punto Shop sia riuscita ad accumulare oltre 2milioni di euro di debiti verso lo Stato a partire dal 3 dicembre quando il nuovo governo è entrato in carica, con Marcucci ed Arzilli rispettivamente al Lavoro e all’Industria.
Viene da pensare che i vertici degli uffici della Pubblica Amministrazione non abbiano segnalato il debito ai responsabili politici di riferimento oppure che questi responsabili politici abbiano lasciato all’oscuro Tito Masi.

Forse il Prof.Cecchetti non conosce esattamente come stanno le cose e fa ipotesi azzardate in quanto la crisi, come afferma lo stesso Giorgio Felici, è venuta fuori nel 2008 e di solito gli uffici, ipotizzo, non hanno le situazioni in tempo reale ed è competenza della Banca Centrale provvedere alle varie esazioni degli operatori morosi; che in corso d’anno non avviene mai.

Infine Masi chiude il dibattito – si fa per dire – dicendo, qualche minuto fa: detto strumento societario – la costituzione della nuova srl. avvenuta il 28.04.2008 –, nelle intenzioni aziendali, doveva servire ad una migliore gestione dell’azienda stessa, per suddividere meglio le varie branche, e quindi non si era parlato di difficoltà altrimenti perché avremmo dovuto far finta di niente?
Masi poi finisce il suo intervento con un invito: “meglio guardare avanti ed ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, anche perché le cause di certe difficoltà di oggi nascono da lontano, da quando al governo c’erano certe persone che sono al governo anche oggi.

Chiude l’anno in tono minaccioso, il consigliere Masi….e speriamo che il 2009 non sia foriero di nuove crisi…non ce lo possiamo più permettere. Che lo tengano ben presente tutti quanti, nessuno escluso.

 


 

  • Le proposte di Reggini Auto