La Centrale Sindacale Unitaria ha detto che i circa 9000 lavoratori senza contratto hanno passato un Natale triste. Figuriamoci allora i disoccupati e i cassaintegrati che bel Natale hanno trascorso! Questa battuta infelice del Sindacato la dice lunga sull’inconsapevolezza della drammaticità della situazione in corso. 500 persone hanno perso il posto di lavoro nel 2009 più altre 1500 messe in cassa integrazione.
Di fronte alla falcidia quotidiana di posti di lavoro, obiettivo primario diventa conservare il proprio posto di lavoro, rinnovare il contratto diventa un aspetto secondario per non dire marginale. Di fronte a questo quadro che non è una esagerazione definire apocalittico che cosa fa la CSU? Ma certo un bello sciopero generale, alzare le barricate, rinverdire vecchie parole d’ordine di circa 30 anni fa.
Molto più interessante e responsabile la posizione del neonato terzo sindacato. L’USL ha dimostrato un’apertura ed un approccio riformista che fa ben sperare. L’economia di San Marino è da rifondare. Ora noi assistiamo ad un riposizionamento del settore bancario-finanziario dopo la fine del segreto bancario ad un riposizionamento del settore societario mentre la CSU non vuole un riposizionamento del settore industriale e manifatturiero.
A questo proposito voglio dire che la linea del progresso umano non è sempre una linea in avanti, a volte si torna anche indietro. Basti pensare a quanto ci siamo impoveriti negli ultimi due anni dall’inizio della crisi finanziaria-economica mondiale, a quanto ci siamo impoveriti negli ultimi mesi con lo scudo fiscale che ha bruciato circa il 5% della ricchezza nazionale. Si calcola che per raggiungere di nuovo i livelli di ricchezza del 2007 dovremo aspettare 10 anni, fino al 2017.
E’ vero a San Marino si lavora poco, tra feste e festicciole si lavora 60 ore in meno rispetto all’Italia. Io stesso qualche mese fa avevo anticipato i temi dell’ANIS proponendo di abolire qualche festività cominciando con il 28 Luglio. La stessa Europa indica nelle 40 ore settimanali un obiettivo per i contratti di lavoro per non parlare dei lavoratori americani che lavorano 48 ore alla settimana.
In sostanza la CSU deve capire che non ci sono più pasti gratis per San Marino. Che la ricchezza non è più un fatto scontato per il nostro Paese. Invece la CSU preannuncia un intensificarsi del conflitto per il 2010. Non è certo questo il Sindacato che il Paese ha bisogno per cercare di creare un clima di pace sociale favorevole per attirare nuovi investimenti industriali, al massimo così si farà fuggire qualche impresa. Così dopo la fuga dei capitali con lo scudo fiscale assisteremo anche alla fuga delle aziende da San Marino? Con questa CSU la domanda non è affatto peregrina. Non ci resta che sperare nell’USL, il terzo Sindacato.
Leonardo Raschi
Arengo e Libertà