Per comprendere quali siano i criteri adottati dalla Segreteria di Stato per l’Istruzione nell’individuare le sedi più idonee ad ospitare i Centri Estivi, i criteri di selezione del personale e le strategie educative da mettere in campo, occorre fare alcune osservazioni preliminari.
Anzitutto i Centri Estivi, che non rientrano nei servizi essenziali garantiti dallo Stato, non sono di pertinenza esclusiva della pubblica amministrazione. In territorio, infatti, anche i privati operano in questo mercato, presentando una loro specifica offerta. Ci sono federazioni sportive, associazioni sportive che da anni offrono qualificate attività per i ragazzi e le famiglie per il periodo estivo.
Tuttavia è importante evidenziare che le rette corrisposte dalle famiglie ai privati sono molto più alte di quelle dei Centri Estivi organizzati dallo Stato, mediamente del 50%. Questo perché lo Stato non ha come priorità il profitto, e neppure la sostenibilità economica, mentre gli operatori privati ne sono strettamente vincolati, pena la chiusura dell’attività.
La priorità dello Stato è piuttosto garantire un servizio alle famiglie. Un servizio efficiente, di qualità, con obiettivi formativi definiti, integrati nel percorso didattico sviluppato durante l’anno scolastico. Se lo Stato ritiene importante garantire l’erogazione di un servizio, allora questo servizio deve presentare elevati standard qualitativi, altrimenti è preferibile interromperlo, soprattutto se non essenziale. Assicurare ai nostri figli le migliori esperienze educative che le nostre risorse ci consentono di realizzare è interesse comune di tutta la cittadinanza.
Le difficoltà finanziarie in cui attualmente versano i conti pubblici di molti Stati, e la vicina Italia ne è un esempio, hanno indotto (spesso obbligato) i governi a un generale ripensamento dei servizi erogati al cittadino, con interventi significativi di contenimento delle spese riconducibili al welfare.
Il governo ha dedicato ogni suo sforzo all’obiettivo di esentare il settore dell’educazione da queste modalità di intervento e con un notevole sforzo di riorganizzazione logistica delle attività ha inteso ridurre gli oneri economici a carico dello Stato pur offrendo un servizio di qualità alle famiglie.
Il centro estivo offre un servizio ai genitori anche durante il periodo estivo in cui non tutti possono contare su familiari ai quali affidare i bambini più piccoli, oppure affidarsi a servizi privati più onerosi.
Il governo come fatto fino a oggi si è sentito in dovere di dare una risposta alle esigenze delle famiglie, garantendo loro un servizio di qualità a fronte di una spesa contenuto e comunque non equivalente al costo effettivo del servizio.
Per l’estate 2018 abbiamo voluto arricchire l’offerta formativa con proposte che anche in passato hanno riscontrato il gradimento delle famiglie, come l’English Camp.
L’esercizio, non semplice, è stato di garantire un servizio valido sotto il profilo educativo e al tempo stesso economicamente sostenibile, per l’utenza come per lo Stato.
La scelta è stata condotta attuando un’oculata razionalizzazione dei costi di gestione motivata anche da ragioni di opportunità didattica.
Su tali temi anche in passato si sono sollevate delle polemiche, comprensibili ma che alla luce di alcune prese di posizioni pubbliche vorrei precisare.
Si è stato sostenuto che mancherebbero all’appello dei centri estivi 2018 molti castelli, in particolare Fiorentino, Borgo Maggiore, Ca’ Ragni, Domagnano e Chiesanuova.
Cominciamo da Fiorentino: questo castello non ospita un centro estivo dal 2004, con l’unica eccezione del 2015, quando il centro è stato aperto in sostituzione di quello di Murata. Pertanto quell’anno era il castello di Città ad essere privo di un centro.
Borgo Maggiore: nel 2017 il centro estivo per l’infanzia era separato da quello delle elementari, trovandosi l’uno a Borgo Maggiore e l’altro a Cailungo. Nel programma 2018 su richiesta di molti genitori, cui risultava scomodo accompagnare i figli in due luoghi diversi, si sono accorpati entrambi i centri a Cailungo- Castello di Borgo Maggiore. Tale scelta ha l’effetto di ridurre i costi di gestione, grazie all’utilizzo comune della refezione svolta in una cucina interna con gli stessi criteri della refezione dell’anno scolastico, alimenti a km0 e biologici. In sostanza nessun centro estivo è venuto meno a Borgo Maggiore.
Serravalle: dal 2012 il centro estivo è attivato a Ca’ Ragni a causa dei lavori di ristrutturazione che hanno interessato l’edifico del plesso di Serravalle. Quest’anno, terminati i lavori, i bambini saranno accolti nella sede ristrutturata, che presenta caratteristiche tecniche migliori, e infatti ha raccolto il gradimento di molte famiglie. Contestualmente resterà chiuso, com’è ovvio, il centro di Ca’ Ragni. In seguito si valuterà se introdurre il meccanismo dell’alternanza tra i due plessi.
Nella struttura di Domagnano sarà per il 2018 attivato un Summer Camp gestito dalla British School riservato agli alunni delle scuole elementari, pertanto l’infanzia sarà dislocata a Cailungo. Sul grado di qualità del British School ricordo che è un ente formatore di fama mondiale, il cui accreditamento non è certo ristretto al Miur, si avvale di insegnanti madrelingua certificati di consolidata esperienza e garantisce un grado di professionalità e di serietà che solo pochi enti formatori possono vantare. Ricordo che in legislature precedenti il governo e Dipartimento Istruzione si era già avvalso delle competenze garantite degli insegnanti della British School per organizzare corsi finalizzati alla certificazione linguistica dei docenti.
Nel complesso quindi, non è venuto meno alcun centro estivo salvo per la sede nel Castello di Chiesanuova, per la quale nel 2018 è stato previsto il meccanismo della rotazione con il Castello di Acquaviva come già avviene per i castelli di Faetano e Montegiardino, e nel castello di Serravalle tra i plessi di Ca’ Ragni e Serravalle.
La scelta, tuttavia, non è stata dettata esclusivamente da ragioni economiche, anche se è indubbio che, a fronte di un imprevedibile calo delle iscrizioni, registrato tra il 2016 e il 2017, che ha portato ad un disavanzo di oltre 200.000 euro nel bilancio dei centri estivi, è il buon senso che induce ad accorpare due centri che l’anno scorso hanno registrato l’uno una media di 38 iscritti (Acquaviva), l’altro di 33 (Chiesanuova).
Non sono esclusivamente ragioni economiche dicevo, ma anche motivazioni di opportunità didattica. Il fatto che per alcuni genitori il percorso di accompagnamento dei bambini potrebbe allungarsi non è scontato, perché chi lavora in castelli diversi da quello di residenza potrebbe trovare più conveniente iscrivere i propri figli in altri centri estivi.
Capita talvolta che la residenza dei genitori non coincida con la scelta del plesso in cui iscrivere i bambini per ragioni di opportunità, comodità.
Se poi vogliamo fare considerazioni di “natura geografica” rispetto ai servizi resi alle famiglie ricordo la chiusura del servizio per la prima infanzia (asilo nido) di Murata, trasferito a Falciano,
All’epoca alle critiche si rispose che non si trattava di un servizio zonale, lasciando scoperti i castelli di Chiesanuova, Faetano, Montegiardino e Fiorentino.
La scelta è stata suggerita anche da motivi di opportunità didattica. Il plesso di Acquaviva è dotato di un servizio di ludoteca, di cui possono beneficiare i bambini nelle loro attività. Per questo si è deciso di avviare la rotazione a partire da questa struttura. Inoltre, se ai genitori potrebbe risultare più comodo portare i bambini sempre nella stessa struttura, non è detto che questa sia la scelta migliore per l’interesse dei bambini stessi.
I centri estivi devono presentare caratteri di discontinuità rispetto alle modalità didattiche utilizzate nel percorso scolastico, accentuando l’aspetto ludico; un cambiamento degli ambienti in cui tali attività sono svolte, contribuisce a differenziare i due percorsi, che vengono percepiti dal bambino come l’uno più impegnativo, l’altro come occasione di svago e divertimento. Gli adulti sarebbero disposti a trascorrere le vacanze sul loro luogo di lavoro? Magari con un orario ancora più lungo rispetto a quello svolto durante l’anno?
Infine, per quanto riguarda l’orario, è vero che lo scorso anno i centri aprivano alle 7:30, mentre quest’anno aprono alle 8:00, 30′ minuti di differenza.
Però è data la possibilità ai bambini i cui genitori abbiano specifiche esigenze lavorative di accogliere i bambini già alle 7:45. Questa breve differenza di orario ha permesso altresì di ottimizzare l’impiego del personale e non avere anche sensibili variazioni rispetto all’orario di entrata per le scuole elementari rispetto al normale anno scolastico.
Quanto alla chiusura – altro tema oggetto di critiche per l’impostazione scelta per il 2018, è stato previsto che i genitori riprendano i bambini alle 14:45 anziché alle 16:30.
Per coloro che ne fossero impossibilitati per motivi lavorativi, potranno avvalersi dell’orario prolungato alle 18:00 svolti in alcuni moduli dietro semplice presentazione di adeguato certificato. Pertanto il problema non si pone. I plessi che garantiscono tale servizio sono 4, 2 per l’infanzia e 2 per le elementari
Qualora vi sia una sensibile variazione fra le iscrizioni raccolte e le proiezioni ci sarà la massima attenzione a valutare l’eventualità di estendere l’orario prolungato anche ad altri plessi, se necessario e supportato da numeri.
La scelta di non protrarre fino alle 16:30 tutte le strutture ha ragioni che esorbitano dalle semplici considerazioni economiche. Fatta salva la disponibilità, come detto, di venire incontro a tutte le esigenze lavorative dei genitori, si è infatti ritenuto che si dovesse valorizzare il tempo che almeno d’estate i bambini trascorrono con le loro famiglie.
Ci lamentiamo sempre di non avere tempo a sufficienza per i nostri figli, anche molte istanze sull’introduzione della settimana breve nella scuola vertono su tale esigenza, e poi quando d’estate possiamo trascorrere più tempo con loro, cosa facciamo?
Chiediamo che vengano tenuti il più possibile in un centro estivo, che per quanto valido non potrà mai sostituire il tempo trascorso dai bambini con i genitori? Tempo che in alcuni casi supera addirittura quello trascorso nei plessi rispetto all’anno scolastico.
Mi avvio a concludere il mio intervento ribadendo che, per quanto le istituzioni si sforzino di garantire un servizio di qualità alle famiglie, nulla potrà sostituire il tempo che i bambini trascorrono con esse che sia durante l’anno scolastico che nella stagione estiva è sempre tempo prezioso.