Riccardo Branchini, la segnalazione a 9 mesi dalla scomparsa: «L’ho visto a una festa in piazza». La reazione della mamma

Un nuovo possibile avvistamento potrebbe riaccendere la speranza sulla scomparsa di Riccardo Branchini, il ventenne di Acqualagna sparito nella notte tra il 12 e il 13 ottobre 2024 nei pressi della diga del Furlo. A distanza di quasi dieci mesi, il parroco di Sassoferrato, don Umberto Rotili, ha ricevuto una segnalazione dai carabinieri: durante un evento pubblico in piazza Matteotti, qualcuno avrebbe riconosciuto Riccardo tra i presenti. A darne notizia è stato lo stesso sacerdote attraverso un post sui social, poi confermato telefonicamente al Corriere Adriatico: «Ieri sera eravamo in tanti in piazza Matteotti per un talk show filosofico. Questa mattina i carabinieri mi hanno riferito che un ragazzo simile a Riccardo è stato visto lì. Se qualcuno lo ha riconosciuto, mi contatti: la famiglia ha bisogno di risposte».

 

La reazione della mamma

Una notizia che è bastata a riaccendere la speranza nel cuore di mamma Federica Pambianchi: «Nessuno mi ha avvisata.

Magari fosse vero. Ho avuto un tonfo al cuore. Tornerei a vivere», ha detto contatta dai giornalisti. La donna si trova attualmente tra Rimini e Riccione, dove continua a distribuire volantini nella speranza che qualcuno possa fornire una pista utile. Lo scorso 14 aprile, nel giorno del suo ventesimo compleanno, erano stati i nonni a lanciare un commovente appello: «Gli facciamo gli auguri, sperando che possa darci un segnale. Sono passati sei mesi dalla scomparsa, ancora non sappiamo nulla».

La scomparsa

Riccardo Branchini è scomparso lasciando la sua auto nei pressi della diga del Furlo, con all’interno tutti i suoi effetti personali. Da quel momento, nessuna traccia. Tanti gli interrogativi sul caso rimasti senza risposta: dopo le prime settimane di indagini, squadre specializzate provenienti da San Benedetto del Tronto e Napoli hanno scandagliato il fondo del lago del Furlo con robot sottomarini dotati di sonar e videocamere. Nessuna traccia. Il timore iniziale, che il ragazzo potesse essersi gettato nelle acque profonde e melmose, non ha mai trovato conferme. A complicare ulteriormente il quadro, una dichiarazione dell’avvocata della famiglia, Elena Fabbri, che il primo giugno ha rivelato un dettaglio importante: «Riccardo non è andato subito alla diga. Forse stava aspettando qualcuno». Le analisi sul telefono e sul computer del ragazzo non hanno ancora prodotto risultati noti.

Leggo.it