Quando si parla di Mario Scaramella, spesso il suo nome è stato associato a relazioni con il mondo dell’ex blocco sovietico ed a strani eventi.
Gianluca Mancuso, sul Quotidiano Napoli il 18 marzo 2005, scrive:
“Un’antenna trasmittente collocata sulle pendici del Vesuvio potrebbe attivare venti missili nucleari sovietici che giacciono, da oltre 35 anni, sul fondale del golfo di Napoli. È il retroscena – da brivido – contenuto in un dossier “top secret” della commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Mitrokhin, un dossier riservato finito il 12 novembre scorso sulla scrivania di Guido Bertolaso, direttore generale della Protezione civile. A consegnarlo, il consulente della commissione parlamentare Mitrokhin, Mario Scaramella. La stessa persona che, il 20 marzo dello scorso anno, fu coinvolta in una misteriosa sparatoria alle pendici del Vesuvio. Quel giorno Scaramella, 35 anni, si trovava in compagnia del collega Fulvio Mucibello. I due, consulenti dell’ente parco del Vesuvio, erano incaricati di effettuare un sopralluogo in un’area dove era stata abbattuta la villa abusiva di un boss di Ercolano, Lorenzo Cozzolino. Una missione per conto dell’ente parco del Vesuvio, ma soltanto in “via ufficiale”. Perché in realtà Scaramella, che aveva un appuntamento con due agenti di polizia penitenziaria in servizio al carcere di Secondigliano, stava effettuando un sopralluogo per studiare un’antenna sospetta, collocata a due passi dalla villa del boss. Una trasmittente che avrebbe potuto attivare i missili nucleari sovietici che giacciono, da oltre trent’anni, sul fondale del golfo di Napoli. Ma quel giorno sul Vesuvio c’erano anche quattro uomini armati fino ai denti, uomini della camorra incaricati di recuperare un carico di armi nella villa del camorrista abbattuta per abusivismo edilizio”.
Anche nel suo periodo sammarinese Mario Scaramella è associato a fatti molto strani e soprattutto alla presenza di russi o strani personaggi dell’ex blocco sovietico, a misteriose valigette all’uranio arricchito, a Suv con vetri neri con antenne sul tetto, ma soprattutto la sua presenza ha coinciso con la fase acuta della lotta dei due maggiorenti del PDCS conclusa poi con la pace del 2006 dopo le elezioni politiche. Proprio in quel periodo la stampa segnalò un misterioso megayacht di un magnate russo in cerca di politici sammarinesi da incontrare.
Mario Scaramella torna al centro della vita politica sammarinese durante i lavoro della Commissione Consigliare d’Inchiesta Istituita con Legge 28 settembre 2006 n°103, alla fine dei lavoro un commissario nella sua relazione conclusiva afferma di Scaramella:
“Il Sig. Mario Scaramella, attualmente agli onori delle cronache di mezzo mondo per vicende legate allo spionaggio internazionale, è stato oggetto di un ampio dibattito consiliare nella seduta del 16 dicembre 2006, terminato con l’approvazione di un ordine del giorno in cui si addossano pesanti responsabilità ad alcuni esponenti dell’opposizione per aver chiesto collaborazione allo stesso Scaramella, al fine di destabilizzare l’attuale quadro politico. Dal dibattito Consiliare è poi emerso che, nonostante il Congresso di Stato non avesse dato corso alla ipotesi di collaborazione con Mario Scaramella e la stessa Gendarmeria ne avesse successivamente inibito l’ingresso in territorio sammarinese, sono continuati incontri tra lo stesso e alcuni esponenti politici. A tale riguardo è balzata nell’ambito delle cronache consiliari e, in via anticipata, su qualche testata locale la notizia di un incontro presso l’Aeroporto internazionale di Miramare di Rimini tra Mario Scaramella e alcuni politici sammarinesi”.
I Democratici di Centro intendono continuare nella propria opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sammarinese, ritenendo quando mai strano che la maggioranza che sorregge il Governo non abbia speso una parola su fatti giudiziari che coinvolgerebbero Mario Scaramella con “l’eventuale correità di altri due soggetti, nella trama calunniosa che Scaramella avrebbe messo in piedi. Secondo indiscrezioni di stampa si tratterebbe di due esponenti politici”.
Il fatto è singolare per un governo e una maggioranza impegnati sulla strada della trasparenza e dediti a sforzi enormi per restituire credibilità alla Repubblica di San Marino.
Non spetta al nostro Movimento emettere giudizi ma, siamo certi, che se solo il sospetto avesse sfiorato qualche esponente dei DdC o qualche amico aderente al nostro movimento, qualche zelante membro di governo avrebbe già provveduto a metterci la gogna mediatica.
Invece continua il silenzio assordante su questa vicenda di una gravità assoluta sulla quale i DdC intendono portare l’attenzione dell’opinione pubblica nelle prossime puntate.
DEMOCRATICI di CENTRO