Rifiuti speciali? La colpa è di San Marino

Bisogna “rimediare alla grande confusione dovuta alle miriadi di soggetti interessati. A tal proposito, con la creazione di un centro di raccolta e pretrattamento per i rifiuti speciali, si arriverebbe a un unico soggetto”. E’ l’ingegner Gian Franco Saetti, responsabile del servizio rifiuti della Regione Emilia Romagna, a chiarire il nodo che ha portato la Regione a bloccare l’accoglimento di rifiuti speciali provenienti da San Marino. L’assessore all’ambiente Lino Zanichelli, in questi giorni in missione a New York, fa solo sapere che lo stop è “dovuto a un ritardo della Repubblica. Si tratta di una questione tecnica che riguarda il Titano”. E Bologna ha coordinato in questo senso, fa capire il tecnico della Regione, una richiesta proveniente da tutte le province emiliano-romagnole che finora hanno garantito lo stoccaggio e lo smaltimento dei materiali.
La questione è esplosa con l’allarme lanciato ieri dall’Associazione nazionale dell’industria sammarinese, che ha chiesto al governo biancazzurro di intervenire con sollecitudine. Un appello raccolto dal segretario di Stato per il Territorio, Marino Riccardi, che ha annunciato subito che il decreto sarà all’attenzione del Congresso di Stato di lunedì prossimo. Ma la situazione è lontana dallo sbloccarsi, perchè l’Emilia-Romagna attende segnali concreti sulla questione rifiuti.

“Attendiamo un segnale- riprende Saetti- che ci dimostri che San Marino sta intraprendendo un percorso di semplificazione per lo smaltimento dei rifiuti”. Saetti conferma di essere stato informato della prossima emissione di un decreto dalla segreteria di Stato al Territorio di San Marino. Ma il problema, fa capire il dirigente regionale, riguarda soprattutto la richiesta delle singole province della regione di avere certezze su responsabilità e solvibilità dei detentori dei rifiuti speciali del Titano.

“Il problema- continua Saetti- è emerso perché nei mesi scorsi, dalle Province, sono arrivate ripetute e forti sollecitazioni per riordinare i rapporti fra i soggetti interessati”. Dopo l’emanazione del decreto, “faremo una verifica per controllare la rispondenza del testo alle esigenze sollevate”.

fonte:Dire