Rimini: arrestato il terzo responsabile del tentato omicidio di MULARGIA Augusto, avvenuto a Rimini nella serata del 5 aprile 2016

Nella giornata di ieri, 27 luglio 2017, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Rimini, coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Luca Bertuzzi, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Rimini nei confronti di Giuffreda Cesare, 33 enne riminese, poiché ritenuto responsabile del tentato omicidio di Mulargia Augusto, avvenuto nella serata di martedì 5 aprile 2016 in Rimini, nella via di residenza della famiglia della vittima.

Le attività d’indagine di tipo tecnico poste in essere dai militari dell’Arma, basate su intercettazioni telefoniche ed ambientali nei confronti della vittima e dei soggetti sospettati di aver preso parte all’azione delittuosa, nonché sullo studio di tabulati telefonici, hanno fornito sin da subito un prezioso ed indispensabile apporto alle indagini, consentendo di raccogliere determinanti elementi di reità nei confronti di CAMALDO Emanuel Karim, quale appartenente al gruppo di fuoco, il quale è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto in data 27 giugno 2016 (già condannato ad anni 5 e mesi 8 di reclusione in sede di giudizio abbreviato il 26.06.2017), nonché sul conto di DA CORTE ZANDATINA Attilio, in qualità di mandante dell’agguato, il quale è stato tratto in arresto il 28 luglio 2016, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Rimini – Ufficio G.I.P., entrambi attualmente assoggettati a misure cautelari custodiali.

Le citate attività tecniche hanno permesso di raccogliere un quadro probatorio chiaro, preciso e concordante anche nei confronti di GIUFFREDA Cesare, quale appartenente al gruppo di fuoco, che è stato peraltro rafforzato ancor più dalle dichiarazioni rilasciate il giorno 21 aprile 2017 dall’indagato Camaldo Emanuel Karim, nel corso dell’udienza dinanzi al G.I.P. ed al P.M. titolare dell’inchiesta, che hanno fatto ancor più luce sul pieno coinvolgimento di GIUFFREDA Cesare nell’agguato teso al MULARGIA.

Gravi le accuse mosse nei confronti di GIUFFREDA Cesare, sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere per aver compiuto atti idonei e diretti in modo non equivoco a cagionare la morte di MULARGIA Augusto, consistiti nel tendergli un agguato, ordito dal mandante DA CORTE ZANDATINA Attilio, ponendosi alla guida di un’autovettura SMART, a bordo della quale trasportava il CAMALDO, che esplodeva contro il MULARGIA due colpi d’arma da fuoco, colpendolo in zone vitali; anche il secondo capo d’imputazione risulta molto pesante, poiché al GIUFFREDA viene contestato di avere, in concorso morale e materiale con CAMALDO Emanuel Karim, detenuto e portato illecitamente in luogo pubblico un’arma comune da sparo, di calibro compatibile con proiettili per arma corta in calibro 9 mm/38”/357”, che veniva poi utilizzata per eseguire l’attentato alla vita del MULARGIA.

Le indagini hanno altresì consentito di appurare che GIUFFREDA ed il patrigno DA CORTE hanno provveduto anche al pagamento delle spese legali per la difesa del correo CAMALDO, con il quale, peraltro, era stato preso un pregresso accordo in tal senso, cioè di pagare le spese legali connesse ad un’eventuale sua imputazione per l’agguato teso al MULARGIA.

Per quanto concerne la qualificazione giuridica dell’azione delittuosa posta in essere, l’Autorità Giudiziaria mandante non ha avuto alcun dubbio nel qualificarla sotto la fattispecie del tentato omicidio, in considerazione dell’indubbia idoneità della condotta a procurare la morte della vittima, nonché per la sede attinta, con lesione di un importante vaso sanguigno nella zona inguinale, per la reiterazione dei colpi esplosi e per l’arma utilizzata (una pistola dall’elevato potenziale offensivo), che non lasciano spazio ad alcun dubbio sull’idoneità ed univocità ad attentare alla vita del MULARGIA.

Nella citata ordinanza custodiale, il giudice ha altresì valutato la sussistenza, nei confronti di GIUFFREDA Cesare, di concrete esigenze cautelari, ossia il pericolo di specifica reiterazione criminosa, in considerazione dell’estrema gravità dei fatti contestati, essendosi trattato di un vero e proprio agguato potenzialmente mortale, premeditato ed organizzato professionalmente da più persone, utilizzando un’arma da fuoco altamente micidiale, nonché della personalità dell’indagato, soggetto recidivo infraquinquennale, gravato da una condanna per i reati di rapina e tentata rapina aggravata.

I militari del Nucleo Investigativo CC di Rimini, incaricati dall’A.G. di dare esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare, hanno rintracciato GIUFFREDA Cesare presso la propria abitazione ed al termine delle formalità di rito, lo hanno associato presso la Casa Circondariale di Rimini, a disposizione dell’A.G. mandante, dovendo rispondere, come già detto, delle pesanti accuse di tentato omicidio, con l’aggravante della premeditazione, nonché di porto abusivo di arma comune da sparo.