Sono stati gli studenti della III^ “B” della Scuola Secondaria di Primo Grado “Alfredo Panzini”, questa mattina, che hanno animato le celebrazioni previste per il collocamento della pietra d’inciampo dedicata alla memoria di Walter Ghelfi.
Con le letture, i pensieri, le frasi che i prigionieri pronunciarono a Fossoli qualche ora prima di morire, i ragazzi si sono resi protagonisti della celebrazione attraverso la loro conoscenza ed esperienza personale. Un racconto vissuto in primo piano all’ex campo di Fossoli, dove sono stati di recente per un viaggio della memoria, organizzato dalla scuola e dall’Istituto per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea.È stato proprio lì, all’ex campo di prigionia di Fossoli, che hanno vissuto la memoria del luogo, apprendendo le storie dei detenuti e dei condannati a morte.
Walter Ghelfi, hanno ricordato i ragazzi, “è stato un esempio di amore per la patria, di senso di libertà e coraggio, nonostante fosse consapevole del suo destino”.
Alla celebrazione, molto partecipata, erano presenti diversi rappresentanti dell’ANPI di Rimini, delle Ferrovie, il sindaco Jamil Sadegholvaad e gli assessori Francesca Mattei e Mattia Morolli, oltre alla presidente della Fondazione Fossoli Manuela Ghizzoni, i nipoti di Walter Ghelfi, Semprini William e Gabriele Ghelfi, accompagnati da diversi familiari e amici.
È stato con le parole del Presidente della Repubblica sul significato della memoria, che il sindaco Jamil Sadegholvaad ha voluto concludere il suo ricordo al ragazzo Walter Ghelfi, ucciso a 22 anni. “Non c’è nulla di retorico nel cercare una sintonia con la felicità e i sentimenti dei nostri padri o dei nostri nonni, nei giorni in cui conquistavamo una libertà costata sangue, sacrifici, paure, eroismi, lutti, laceranti conflitti personali. La Liberazione è la festa della libertà di tutti. Una festa di speranza ancor più per i giovani: battersi per un mondo migliore è possibile e giusto, non è vero che siamo imprigionati in un presente irriformabile. La democrazia è proprio questo: l’opportunità di essere protagonisti, insieme agli altri, del nostro domani.”
Ricordiamo che la pietra d’inciampo, in memoria del ferroviere riminese Walter Ghelfi, è stata collocata davanti al civico 30 di via Clodia, l’indirizzo della sua casa alla data di quel fatale eccidio nell’estate del ’44, quando venne fucilato nel Poligono di tiro di Cibeno, vicino a Fossoli, dove era stato deportato. Walter Ghelfi (nato a Rimini, il 3 agosto 1922) fu Commissario Politico della Compagnia Armi Pesanti della VIII Brigata Garibaldi. Dopo i duri combattimenti di Pasqua 1944 sull’Appennino romagnolo con la Divisione corazzata Hermann Göring, fu incaricato di proteggere la ritirata di 80 combattenti malati e feriti. Catturato il 16 aprile del 1944, fu condotto prima a Forlì, poi al Campo di polizia e transito di Fossoli, e lì fucilato – il 12 luglio 1944 – nel vicino Poligono di tiro di Cibeno. 67 in tutto furono le vittime di quell’eccidio, uomini di diverso orientamento ideale e politico, accomunati dall’opposizione al nazifascismo, che lottavano per una società più giusta e per la libertà dalle dittature.
Nel 1959, Walter Ghelfi fu decorato di Medaglia d’oro alla memoria dal Comune di Rimini, con un’orazione ufficiale tenuta dall’On. Sandro Pertini.
L’evento era inserito nel calendario delle celebrazioni previste per l’80° Anniversario della Liberazione d’Italia dal regime fascista e dall’occupazione nazista. Un calendario costruito in collaborazione con le istituzioni culturali, associazioni e realtà del territorio, che propone una ricca settimana di eventi, incontri, cerimonie e momenti culturali per celebrare e riflettere sulla memoria storica e i valori della Resistenza.
Comune di Rimini