Rimini. Il capitello degli ebrei cacciati dalla città

rimini-Arco-di-AugustoDopo 400 anni dalla cacciata degli ebrei da Rimini spunta una rarissima testimonianza materiale dei quella scoperta. L’autore è l’editore e antiquario Giovanni Luisè. Si tratta di una colonetta cilindrica di pietra con una evidente iscrizione in lingua ebraica. Attualmente è conficcata nel terreno da cui emerge per l’altezza di un metro ed è in discreto stato di conservazione.

Definisco straordinario questo ritrovamento” scrive Luisè “poichè fino d ora si conosceva una sola testimonianza materiale della presenza antica ebraica nella nostra città: una targa lapidea con una epigrafe scolpita in caratteri ebraici elegantissimi di tipo askenazita che documenta l’esistenza a Rimini di una sinagoga nel 1510″. E’ conservata nei magazzini del Museo della Città e costituiva un unicum fino a questa nuova scoperta di oggi“.

Violenta fù l’espulsione a Rimini della minoranza ebrea il 1 giugno 1615. “Gli ebrei riminesi erano presenti nella nostra città da oltre 600 anni con le loro attività mercantili artigianali e culturali. Furono cacciati dalla sera alla mattina. Erano le ultime dieci famiglie, meno di settanta persone donne, vecchi, bambini. E ora questa colonnetta in un cortiletto interno di una proprietà privata nel centro della città, fra tante altre pietre, ci riapre una pagina di storia cittadina. 

Le lettere ebraiche sono in parte scheggiate o abrase ma si riescono comunque a distinguere diverse parole. A me sembra un reperto medioevale che provenga da una sinagoga (a Rimini ve ne furono due) o dal cimitero ebraico (di cui non abbiamo conservato nessun reperto) per ora non è dato sapere. Quel che è certo (e che entusiasma) è il fatto che dopo quattro secoli di oblio una flebile traccia sopravvive alla drammatio memoriae”.

Sara Ferranti