I benzinai della Provincia di Rimini sul piede di guerra. Tra i principali bersagli, come emerge da una nota pubblicata da Confesercenti, c’è il distributore posto a qualche km dal confine tra Italia e San Marino, in località Fiorina. In generale i prezzi più bassi, rispetto a quelli italiani, spingono molti riminesi a fare qualche km in più per recarsi nella Repubblica del Titano e riempire il serbatoio. Nel caso dell’impianto di Fiorina, lamentano i benzinai di Rimini, i prezzi sono troppo bassi: “il costo del gasolio alla pompa è oltre il sottocosto, è più basso del costo reale del prodotto finito”.
Un trattato bilaterale tra i due stati è fondato su un patto di non concorrenza, in quanto i carburanti vengono forniti dall’Italia, fatto salvo un differenziale tollerato che deriva dall’accise e dall’Iva, sul Titano molto più basse che in Italia. Ma nel caso del gestore del distributore di Fiorina, c’è concorrenza spietata anche verso i colleghi di San Marino – scrive Altarimini.it.
“Sappiamo che l’organo di controllo sammarinese ha più volte richiamato il gestore, ma questa corsa al ribasso continua”, si legge nella nota della Confesercenti, che chiede alla Finanza di controllare, sul suolo italiano, i documenti delle cisterne impegnate a rifornirlo.
Nella nota i benzinai attaccano anche il Governo, per via delle accise che comportano un prezzo alto del carburante anche quando il prezzo del petrolio scende: “il costo della benzina alla pompa è si diminuito ma non nella maniera che gli utenti si aspettavano”, spiegano. Tra iva, tasse e accise, il 78% del prezzo della benzina va allo Stato, il 18% alle compagnie petrolifere e circa il 4% al benzinaio.
I guai per chi lavora nel settore non sono finiti: nel riminese sono numerosi i furti subiti, in particolare gli assalti ai dispositivi selfservice e ai distributori automatici, siano essi di sigarette o di bevande. A ciò si aggiunge la sgradita presenze di prostitute, che spesso mettono in vendita il proprio corpo sotto le pensiline dei distributori.
Altarimini.it
