Le indagini sull’omicidio di Pierina Paganelli (78 anni, uccisa il 3 ottobre 2023) proseguono senza sviluppi ufficiali significativi. La procura continua a esaminare tutte le piste: negli ultimi mesi è emersa anche l’ipotesi che Dassilva non abbia agito da solo. Alcuni elementi – come intercettazioni di una telefonata attribuita alla moglie di Dassilva – hanno fatto sospettare l’esistenza di un complice che avrebbe aiutato l’assassino a ripulire la scena del crimine. In particolare, in quell’intercettazione Valeria Bartolucci raccontava di essere stata contattata da tre persone subito dopo l’omicidio per pulire il sangue della vittima. Del resto la Procura non esclude che gli investigatori stiano ora concentrando l’attenzione proprio su un presunto aiuto esterno al killer. Al momento però non sono stati resi noti nuovi riscontri scientifici o dichiarazioni decisive: il caso rimane aperto e sotto stretta osservazione da parte dei media e dell’opinione pubblica.
Udienze e scadenze
Il quadro processuale è in evoluzione: i legali di Dassilva hanno fatto ricorso contro la custodia cautelare, e la Corte di Cassazione ha disposto un nuovo esame della misura cautelare. Il Tribunale del Riesame di Bologna ha fissato l’udienza per il 22 maggio 2025 – il terzo “round” sui motivi della carcerazione di Dassilva – in cui i giudici dovranno rivalutare l’ordinanza del Gip di Rimini che ha respinto l’istanza di scarcerazione. Nel frattempo la procura di Rimini, secondo fonti giornalistiche, potrebbe concludere a breve le indagini. Alcuni articoli riportano che l’atto di chiusura delle indagini (atto di chiusura) potrebbe essere notificato nelle prossime settimane, con la conseguente richiesta di rinvio a giudizio dell’indagato.
Situazione dell’indagato
Louis Dassilva, unico indagato per l’omicidio, è dal 16 luglio scorso in carcere ma dallo scorso maggio è ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale “Infermi” di Rimini. Negli ultimi giorni le sue condizioni sembrano lievemente migliorate: dopo circa dieci giorni di sciopero della fame iniziato il 25 aprile, Dassilva ha ripreso a mangiare e bere, spezzando il digiuno. Gli stessi medici non hanno ancora sciolto la prognosi, e la sua dimissione dall’ospedale (con possibile rientro in carcere) sarà decisa dal personale sanitario. In ogni caso anche le condizioni di salute e psichiche dell’indagato continuano ad essere tenute d’occhio dagli investigatori e dai suoi legali, come testimoniano gli appelli pubblici (il deputato Soumahoro ha chiesto misure alternative alla detenzione).
Conclusioni
In assenza di sviluppi ufficiali recenti, il caso Paganelli resta un giallo ancora irrisolto. Le cronache riportano nuovi sospetti e ipotesi – ad esempio su un possibile complice – ma finora nessun fatto concreto è stato confermato dalle autorità. L’inchiesta è ancora aperta e prosegue parallelamente all’iter processuale: nei prossimi giorni saranno decisive le udienze in programma e gli eventuali atti della Procura. Nonostante il silenzio degli organi giudiziari, il delitto continua a suscitare grande attenzione da parte dei media e dell’opinione pubblica (iniziative sul web e appelli politici sono un segno dell’interesse e delle emozioni che il caso continua a suscitare).