«Quel passo carraio della Curia è illegittimo». Per ottenere giustizia ha denunciato un geometra del Comune di Rimini e due vigili urbani. Tutti colpevoli, a suo dire, di non aver fatto rispettare il regolamento sui passi carrai e perfino di aver ‘suggerito’ alla Curia la sanatoria per risolvere la questione. Una guerra legale andata avanti oltre tre anni, quella condotta da un ex magistrato riminese in pensione, e che ha visto indagati, dal settembre 2013 fino a poco tempo fa, due ispettori della polizia municipale e un funzionario dell’amministrazione comunale.
La vicenda in realtà è iniziata nel 2011 quando l’ex magistrato è caduto e si è ferito mentre percorreva in bicicletta via IV Novembre. Secondo lui la caduta era stata provocata dalla rampa di fronte al passo carraio della Curia: un gradino di 5 centimetri pericoloso e, soprattutto, irregolare. Da lì è partita la battaglia, con segnalazioni ai vigili, lettere su lettere, richieste di informazioni. Poco dopo la Curia (nel novembre 2011) ha presentato agli uffici comunali la domanda per poter regolarizzare il passo carraio incriminato, nonostante esso risulti presente già da prima della Seconda guerra mondiale. Ma l’ex magistrato non si ferma, neanche di fronte alla sanzione fatta alla Curia nel 2012. Per lui si sta commettendo un grave abuso di ufficio, perché nonostante la multa il Comune non ha né imposto alla Curia di sistemare la rampa, né ha chiesto il pagamento delle annualità arretrate per quel passo carraio.
Si arriva così al 2013, quando l’ex magistrato denuncia il tecnico del Comune e gli ispettori di polizia municipale che secondo lui avevano il compito di applicare le norme. L’accusa è di abuso di atti d’ufficio per tutti e tre, e anche di omissione di atti d’ufficio per i due vigili, perché i due avrebbero fatto la multa in ritardo alla Curia e soprattutto non avrebbero imposto i lavori per la sistemazione della rampa. L’ex magistrato non ha dubbi: «I politici italiani – scrive nella denuncia – hanno sempre elargito e continuano a elargire favori alla Chiesa al fine di poter governare». E in questo caso gli ispettori e il tecnico comunale indagati non farebbero eccezione…
Ma nel coso delle indagini è emerso che la situazione non è affatto quella dipinta dall’ex magistrato. Primo: il passo carraio poteva essere regolarizzato. Secondo: il contestato cordolo non è su terreno della Curia, bensì è comunale e risulta essere un’imperfezione dei lavori di riqualificazione di via IV Novembre. Terzo: per legge la Curia, essendo luogo di culto, non è tenuta a pagare il canone. E così, qualche mese fa, sono cadute tutte le accuse contro i due ispettori di polizia, difesi da Maurizio Ghinelli, e il tecnico comunale, difeso da Gabriele Bordoni e Massimo Cerbari. Nel frattempo però i tre hanno dovuto anticipare di tasca propria migliaia di euro per l’assistenza legale. Soldi che di recente sono stati rimborsati loro dal Comune. Il Resto del Carlino