Louis Dassilva, coinvolto nell’omicidio della pensionata Pierina Paganelli, ha attirato l’attenzione degli inquirenti per le sue presunte capacità letali, acquisite durante l’addestramento militare in Senegal. Secondo una dettagliata memoria diffusa dalla Procura, Dassilva avrebbe la possibilità di commettere omicidi “senza lasciare tracce”, descrivendo così un modus operandi inquietante per la scomparsa della Paganelli, avvenuta il 3 ottobre 2023 nel garage di via Del Ciclamino a Rimini.
Il sostituto procuratore Daniele Paci e la Squadra Mobile di Rimini hanno presentato una relazione di 200 pagine, che contiene dettagli sul passato di Dassilva e sulla sua vita travagliata, nonché sulle testimonianze della moglie, Valeria Bartolucci. L’uomo, 34 anni, ha un passato da militare e successivamente ha lavorato come miliziano per una società di sicurezza privata, un’esperienza che, secondo gli investigatori, ha rinforzato un profilo già compromesso da violenze.
Dopo essere arrivato in Italia nel 2015, il suo racconto di vita include esperienze traumatiche come la detenzione in Libia, dove ha subito e inflitto violenza. “Ci facevano combattere tra noi detenuti per scommessa”, ha dichiarato, evidenziando un contesto di brutalità che lo ha segnato profondamente. Attualmente ristretto nel carcere dei Casetti di Rimini, Dassilva continua a dichiararsi innocente dell’omicidio di Paganelli.
La testimonianza della moglie supporta l’idea che la formazione militare di Dassilva gli conferirebbe una pericolosa efficienza, rendendolo capace di azioni letali senza sangue. Queste affermazioni sono ritenute cruciali dagli inquirenti e saranno esaminate attentamente dal Tribunale del Riesame di Bologna, dove l’indagato ha già visto confermata la propria custodia cautelare.