“Abbiamo chiesto tre mesi” per completare gli accertamenti irripetibili sui reperti e sul dna rinvenuti relativi al caso di Pierina Paganelli, dichiara Emiliano Giardina, docente ed esperto di genetica medica all’università Tor Vergata di Roma, durante una conversazione con i giornalisti a Rimini dopo aver ricevuto l’incarico in Tribunale a Rimini. “Abbiamo molto lavoro da fare, lo affronteremo con grande responsabilità e condividendo i risultati con tutti i consulenti della difesa. Sono fiducioso che realizzeremo un lavoro accurato, inizieremo l’11 di luglio”, aggiunge. “Dovremo valutare lo stato di conservazione dei reperti, individuare quali reperti dovranno essere sottoposti ad indagini come stabilito oggi e poi concordare insieme un protocollo analitico, estrarre il potenziale profilo genetico presente e attribuirlo”, sottolinea il perito.
Il mio cliente “è tranquillo. Ora attendiamo l’esito di questa perizia”. Così Riario Fabbri, avvocato difensore di Louis Dassilva, l’unico indagato a Rimini per l’omicidio della 78enne Pierina Fabbri. “Stiamo cercando e attendendo – afferma parlando con i giornalisti a Rimini fuori dal tribunale – delle risposte. Anche se ci fossero delle tracce”, sarà necessario valutare “il tipo e il modo in cui sono state depositate”. C’è anche l’ipotesi di “una possibile contaminazione secondaria o terziaria”, conclude l’avvocato.