Rimini, omicidio Pierina Paganeli. Ecco perché Dassilva resta in carcere: “C’è rischio concreto di fuga e recidiva”

Il Tribunale del Riesame ha confermato la custodia cautelare in carcere per Louis Dassilva, il 35enne senegalese accusato dell’omicidio di Pierina Paganelli, uccisa brutalmente nel garage della sua abitazione in via del Ciclamino. Le motivazioni depositate dai giudici chiariscono in modo netto perché Dassilva debba restare in cella.

Al centro della decisione, due elementi fondamentali: il pericolo di fuga e il rischio di reiterazione del reato. Secondo quanto scritto nel dispositivo, “il reato contestato, nella forma provvisoria, è punito con l’ergastolo”, e la difesa non ha fornito prove sufficienti a escludere le esigenze cautelari. I giudici evidenziano in particolare i legami con un’altra famiglia in Africa, ritenuti elementi concreti che aumentano il rischio che l’uomo possa fuggire.

Ma non è tutto. Il Riesame conferma anche le valutazioni già espresse in precedenza sulla gravità e l’efficacia dell’agguato: l’omicidio, si legge nelle motivazioni, è stato caratterizzato da “effettività e concretezza”, con modalità brutali, scelta del luogo premeditata e esecuzione rapida, tali da far temere un pericolo reale di recidiva.

Intanto, sul fronte giudiziario, si attende una nuova udienza prevista per domani. I legali di Dassilva cercheranno di impugnare la cosiddetta “ordinanza Cantarini bis”, facendo leva sulle dichiarazioni di Manuela Bianchi, nuora della vittima e a sua volta indagata per favoreggiamento. Le sue ammissioni, rese in incidente probatorio, hanno avuto un peso decisivo nel collocare Dassilva sulla scena del crimine la mattina del ritrovamento del corpo.

In attesa del prosieguo delle indagini, i giudici non hanno dubbi: Dassilva deve restare in carcere per tutelare l’inchiesta e la collettività.