Rimini, omicidio Pierina Paganelli. Nuova udienza al Riesame per Dassilva, la difesa contesta la seconda ordinanza e accusa: “Manuela Bianchi mente”

Il caso dell’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa con 29 coltellate nel garage della sua abitazione a Rimini il 3 ottobre 2023, si arricchisce di un nuovo capitolo giudiziario. Il nome di Louis Dassilva, 35 anni, senegalese in carcere dal luglio scorso, torna di nuovo al centro del dibattito con l’annuncio di una terza udienza davanti al Tribunale del Riesame di Bologna, fissata a seguito di un nuovo ricorso presentato dalla sua difesa.

A spingere gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi a richiedere una nuova discussione, è la contestazione dell’ultima ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Vinicio Cantarini, che si basa in larga parte sulle dichiarazioni rese da Manuela Bianchi, nuora della vittima, ora indagata per favoreggiamento personale.

Il ricorso e le accuse alla testimone chiave

Secondo i legali dell’imputato, non esisterebbero prove individualizzanti che collochino Dassilva nel garage di via del Ciclamino nella mattina del 4 ottobre, quando venne ritrovato il corpo senza vita di Pierina Paganelli. La difesa definisce come “priva di riscontri oggettivi” la ricostruzione fornita da Manuela Bianchi durante l’incidente probatorio durato tre giorni, sostenendo anzi che la donna stia mentendo.

La testimonianza della Bianchi – ritenuta attendibile dal giudice nonostante il venir meno di uno dei principali indizi iniziali, il video della telecamera della farmacia – è ora al centro dello scontro legale. Secondo quanto affermato dalla donna, sarebbe stato proprio Dassilva a informarla della presenza del cadavere e a suggerirle cosa dire al 118 e alla polizia. Una versione che per la procura regge, anche in assenza del filmato inizialmente ritenuto decisivo.

Iter complesso e scenari futuri

Il fascicolo sul delitto ha già conosciuto passaggi articolati. Il primo ricorso al Riesame risale al settembre 2024, con la successiva impugnazione in Cassazione da parte della difesa. La Suprema Corte, accogliendo parte delle osservazioni, ha disposto un nuovo esame da parte del Tribunale bolognese, che si è svolto il 17 aprile scorso. Tuttavia, in quell’occasione, i giudici si sono espressi sulla sola ordinanza originaria, senza tener conto dei nuovi sviluppi emersi con la confessione della nuora.

Proprio per questo motivo, Fabbri e Guidi hanno richiesto una nuova udienza, stavolta centrata interamente sulla seconda ordinanza emessa dopo l’incidente probatorio. La strategia difensiva punta a demolire la logica interna dell’atto giudiziario, contestando l’assenza di elementi fattuali concreti che possano dimostrare la presenza dell’imputato sulla scena del crimine quella mattina.

Le accuse e il rischio delle aggravanti

Nel frattempo, l’inchiesta condotta dal procuratore Daniele Paci e dalla Squadra Mobile guidata dal vice questore Marco Masia si avvia verso la conclusione. Per Dassilva potrebbero profilarsi aggravanti pesanti, tra cui la premeditazione, l’efferatezza, i futili motivi e la minorata difesa della vittima.

L’uomo continua a proclamarsi innocente e non ha mai cambiato versione. Ma per gli inquirenti, l’aggressione avrebbe avuto caratteristiche precise: colpire una persona anziana, indifesa, e farlo nell’ombra di un garage isolato.

La verità giudiziaria dovrà ora passare nuovamente attraverso l’esame del Riesame. Ma in un caso così complesso, tra elementi che cadono e nuovi indizi che emergono, nulla appare ancora definitivo.