Rimini, PD. La base “dem” si ribella: “Un partito immobile, diviso, senza direzione. Serve un nuovo inizio”

Una lettera aperta, un titolo che suona come un ultimatum: “Diciamo basta”. Con queste parole, 26 membri della comunità democratica riminese – tra iscritti, elettori e simpatizzanti – rompono il silenzio e chiedono a gran voce un cambiamento netto nella guida e nella direzione politica del Partito Democratico provinciale.

Nel documento, circolato in queste ore tra le basi del partito, i firmatari esprimono profondo disagio per una situazione che definiscono bloccata e priva di visione. Da anni, spiegano, il PD locale è ostaggio di una lotta interna fra due correnti che si neutralizzano a vicenda, senza riuscire a generare un progetto politico vero. Il risultato? Un equilibrio instabile che ha paralizzato ogni iniziativa e trasformato la dialettica in una continua resa dei conti.

Segreteria vacante, identità smarrita

Il riferimento più diretto è alla prolungata assenza di una guida effettiva: da mesi il partito riminese è senza un segretario operativo, dopo le dimissioni del precedente, e nessuno sembra in grado – o disposto – a farsi carico della ricostruzione. In questo vuoto si è insinuata una personalizzazione della politica che, secondo i firmatari, sta svuotando il senso stesso dell’identità democratica.

La frattura si è resa evidente, affermano, anche durante le recenti elezioni regionali, dove la sfida interna tra quattro candidati – tutti di area dem – ha oscurato completamente il ruolo del partito e il suo programma, sostituito da dinamiche da “primarie permanenti” che hanno logorato la credibilità del PD sul territorio.

Dietro i numeri, la crisi

Pur riconoscendo il buon esito percentuale ottenuto grazie alla candidatura di De Pascale, il gruppo sottolinea un dato più amaro: la perdita netta di voti in termini assoluti e un astensionismo crescente, che nel voto regionale è apparso come un segnale inequivocabile. Un segnale che parla di disconnessione tra cittadini e istituzioni, a partire proprio dalla Regione, percepita – si legge – come distante e priva di una narrazione chiara sul proprio ruolo nello sviluppo del territorio.

Un appello alla svolta

La lettera, pur nella sua durezza, non è solo una denuncia. È anche un invito al risveglio, rivolto a chi ancora crede in un Partito Democratico capace di rigenerarsi, di riconnettersi con la società e di recuperare la forza delle proprie radici. Ma, sottolineano i firmatari, non c’è più tempo per le mediazioni infinite: servono scelte, coraggio e una leadership capace di voltare davvero pagina.