Rimini, persecuzioni e violenza in casa: schiaffi, pugni, calci e spray repellente spruzzato sul viso. Disposto il braccialetto elettronico per un 38enne

Una relazione nata pochi mesi fa si è trasformata, nel giro di settimane, in una spirale di violenza e terrore. È quanto emerso da un’indagine che ha portato all’allontanamento da casa e all’applicazione del braccialetto elettronico per un uomo di 38 anni, originario di Latina, accusato di maltrattamenti e lesioni nei confronti della compagna.

Foto di archivio

I due si erano conosciuti a marzo e, dopo l’inizio della convivenza nella casa di lei, a Rimini, la situazione è rapidamente degenerata. Già dai primi giorni sotto lo stesso tetto, l’uomo avrebbe iniziato a mostrare atteggiamenti ossessivi: controlli continui sul telefono, accuse infondate di tradimento, insulti e minacce, anche di morte, rivolte sia alla donna che a presunti “amanti”. Un semplice saluto a un passante o uno sguardo allo schermo del cellulare bastavano per scatenare la sua furia.

Secondo quanto ricostruito, l’uomo si serviva anche delle telecamere di videosorveglianza installate in casa – pensate per la sicurezza – per monitorare i tempi impiegati dalla compagna negli spostamenti da e per il lavoro. La gelosia, descritta dagli inquirenti come morbosa, si è poi manifestata in episodi sempre più violenti.

A fine giugno, il 38enne avrebbe forzato la donna a sbloccare il telefono usando il suo dito e, una volta ottenuto l’accesso, avrebbe contattato un uomo per minacciarlo direttamente. Nei giorni successivi, gli episodi si sono susseguiti con crescente brutalità: schiaffi, pugni, calci, il lancio del telefono contro la sua testa, un colpo con un tagliere di legno, uno spray repellente spruzzato sul viso. In un’altra occasione, l’avrebbe colpita in testa con una bottiglietta d’acqua e poi, brandendo una di ammoniaca, avrebbe minacciato di costringerla a ingerirla.

La donna ha resistito per settimane, fino a metà luglio, quando – dopo l’ennesima aggressione fisica che le ha provocato lesioni giudicate guaribili in 15 giorni – si è rifugiata a casa di un’amica e ha deciso di denunciare tutto ai carabinieri.

Oggi, venerdì 1 agosto, il quadro accusatorio ha portato il giudice per le indagini preliminari Raffaele Deflorio, su richiesta del pubblico ministero Luca Bertuzzi, a disporre una serie di misure cautelari: divieto di avvicinamento a meno di mille metri dalla donna, dall’abitazione e dal luogo di lavoro, divieto assoluto di comunicazione con qualsiasi mezzo e applicazione del braccialetto elettronico. Il 38enne è difeso dall’avvocato Alessandro Paletta di Latina.