
Claudio Palomba, lei è stato prefetto a Rimini per tre anni sino a inizio luglio, ora a Lecce.
Dal Nord a Sud il risultato non cambia?
«Purtroppo anche la provincia di Lecce – risponde Palomba, presidente nazionale del sindacato prefettizio Sinpref –, a partire da Gallipoli, molto gettonata dai giovani, ad altre località, il mondo della notte sembra dirigersi verso lo sballo. Nel Salento assistiamo a un vero boom. Le droghe vanno dove c’è mercato. Qui il mercato c’è».
Cos’avete deciso nella riunione d’urgenza del Comitato provinciale per l’ordine pubblico?
«Premetto subito che la serata di sostegno al Cocoricò, da parte della discoteca Guendalina, è stata annullata».
Da voi?
«Dal locale, per senso di responsabilità, è stata giudicata inopportuna. Il primo pensiero va alla famiglia di Lorenzo Toma».
Il Comitato per l’ordine pubblico ha preso provvedimenti concreti, ad esempio in materia di presìdi per la salute?
«Abbiamo stabilito in accordo con le discoteche, il direttore generale dell’Ausl e il responsabile del 118, che tutti i locali da ballo dovranno essere muniti di defibrillatore. Anche pochi minuti di ritardo, in un intervento, possono essere fatali. Daremo indicazioni ai locali, sentito il ministero».
Crede che il provvedimento dovrebbe essere esteso?
«Ritengo che un presidio medico, al di là degli episodi, e la presenza di defibrillatori, possano essere utili in ogni discoteca, comprese ovviamente quelle riminesi. Su questo sensibilizzeremo gli operatori».
Come valuta la chiusura per quattro mesi del Cocoricò, decisa dal questore di Rimini Maurizio Improta, subissato successivamente da critiche e polemiche sui social network?
«Ho letto il provvedimento del questore e mi è parso più che motivato. Così come la successiva ordinanza del Tar dell’Emilia Romagna, che ha rigettato la richiesta di sospensiva avanzata dalla proprietà. Mi sembrano ineccepibili».
Segue ancora le vicende riminesi?
«Certo, ho amici a Rimini, e devo documentarmi su quel che succede fuori».
Rimini è stata una ‘buona scuola’ da questo punto di vista?
«Un’università. Ora qui faccio il master».
Per il Guendalina di Santa Cesarea Terme avete preso provvedimenti di chiusura tipo ‘Cocco’?
«Servono alcuni giorni, per avere l’esito degli esami autoptici, i riscontri medici, ricostruire cosa ha portato alla morte del ragazzo. Per mercoledì abbiamo già fissato un altro Comitato sicurezza»
«Purtroppo anche la provincia di Lecce – risponde Palomba, presidente nazionale del sindacato prefettizio Sinpref –, a partire da Gallipoli, molto gettonata dai giovani, ad altre località, il mondo della notte sembra dirigersi verso lo sballo. Nel Salento assistiamo a un vero boom. Le droghe vanno dove c’è mercato. Qui il mercato c’è».
Cos’avete deciso nella riunione d’urgenza del Comitato provinciale per l’ordine pubblico?
«Premetto subito che la serata di sostegno al Cocoricò, da parte della discoteca Guendalina, è stata annullata».
Da voi?
«Dal locale, per senso di responsabilità, è stata giudicata inopportuna. Il primo pensiero va alla famiglia di Lorenzo Toma».
Il Comitato per l’ordine pubblico ha preso provvedimenti concreti, ad esempio in materia di presìdi per la salute?
«Abbiamo stabilito in accordo con le discoteche, il direttore generale dell’Ausl e il responsabile del 118, che tutti i locali da ballo dovranno essere muniti di defibrillatore. Anche pochi minuti di ritardo, in un intervento, possono essere fatali. Daremo indicazioni ai locali, sentito il ministero».
Crede che il provvedimento dovrebbe essere esteso?
«Ritengo che un presidio medico, al di là degli episodi, e la presenza di defibrillatori, possano essere utili in ogni discoteca, comprese ovviamente quelle riminesi. Su questo sensibilizzeremo gli operatori».
Come valuta la chiusura per quattro mesi del Cocoricò, decisa dal questore di Rimini Maurizio Improta, subissato successivamente da critiche e polemiche sui social network?
«Ho letto il provvedimento del questore e mi è parso più che motivato. Così come la successiva ordinanza del Tar dell’Emilia Romagna, che ha rigettato la richiesta di sospensiva avanzata dalla proprietà. Mi sembrano ineccepibili».
Segue ancora le vicende riminesi?
«Certo, ho amici a Rimini, e devo documentarmi su quel che succede fuori».
Rimini è stata una ‘buona scuola’ da questo punto di vista?
«Un’università. Ora qui faccio il master».
Per il Guendalina di Santa Cesarea Terme avete preso provvedimenti di chiusura tipo ‘Cocco’?
«Servono alcuni giorni, per avere l’esito degli esami autoptici, i riscontri medici, ricostruire cosa ha portato alla morte del ragazzo. Per mercoledì abbiamo già fissato un altro Comitato sicurezza»
Il Resto del Carlino