San Marino. A proposito di vaccini, la storia di Albert Sabin e del suo vaccino regalato ai bambini di tutto il mondo … di Alberto Forcellini

Non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. Si legge ogni giorno delle centinaia di cittadini (ma davvero qualcuno li ha contati?) che non credono al vaccino, né all’emergenza sanitaria causata dal Sars Cov-19. Non credono alle immagini che vengono dal Brasile e dall’India, dove la gente muore per strada perché gli ospedali sono al collasso. Continuano a ripetere che è tutta una bufala, che questa è un’operazione che alla fine andrà ad arricchire tutte le big Pharma. Ma soprattutto non accettano, ora che si torna alla vita normale, i distinguo tra vaccinati e non.

Non vogliamo sembrare irriverenti, ma sono più carini i “terrapiattisti”, e quelli che negano lo sbarco sulla Luna, che l’America sia stata scoperta da Colombo, che non sia la Terra a girare intorno al Sole, ma il contrario. Ah, ci sono anche i “pastafariani” che credono in un dio fatto di spaghetti. Che bellezza: il mondo è bello perché è così vario, che non ci si può davvero annoiare e ognuno può credere in quello che vuole.

Se non si vuole dare credito ai milioni di morti, alle famiglie distrutte perché hanno avuto dei familiari ammalati molto gravemente, ai milioni di sanitari e parasanitari che si sono spesi oltre ogni limite per curare la gente, e si punta solo all’aspetto economico dei vaccini, è un capitolo del ragionamento che va considerato, perché ovviamente ha delle implicazioni.

Ma bisogna anche pensare che in una società non più basata sul baratto, bensì su un’economia monetaria e di mercato, dobbiamo dire che anche quando andiamo a comprare il pane, arricchiamo il fornaio; se compriamo un Big Mac arricchiamo una multinazionale del fast food; se compriamo una macchina arricchiamo i grandi industriali dell’auto, se compriamo un pc arricchiamo la Apple, e così via.

Se facciamo un vaccino, prima di tutto arricchiamo noi stessi e rendiamo più sicura la nostra comunità. È un dato oggettivo.

Bruce Albert Sabin è diventato famoso come “l’uomo della zolletta di zucchero”. Era stato lui a ideare il più diffuso vaccino contro la poliomielite, che veniva somministrato tramite una zolletta imbevuta con due gocce del siero. La malattia virale aveva paralizzato tra il 1951 e il 1955 oltre 28mila bambini. Diverse migliaia le vittime. Solo nel‘51 negli USA aveva colpito 21mila persone; in Italia oltre 8mila nel 1958. La fascia più a rischio sono sempre stati i bambini sotto i cinque anni di età. L’1 per cento dei malati sviluppavano paralisi, il 5-10 per cento una meningite asettica.

Sabin mise a punto il vaccino antipolio dopo la Seconda Guerra mondiale, impressionato dalla pandemia che aveva colpito i più piccoli. Non brevettò mai la sua scoperta e il vaccino fu prodotto e diffuso ovunque gratuitamente. Non divenne mai ricco. “È il mio regalo a tutti i bambini del mondo” spiegò lo scienziato che visse una vita piuttosto rocambolesca, spesso drammatica. Non ha mai vinto il Premio Nobel per la Medicina ma è finito nel ritornello della canzone del film Mary Poppins: “basta un poco di zucchero e la pillola va giù”. Un inno, allegro e inconsapevole, alla sconfitta di un’epidemia tragica.

Grazie alla sua scoperta, si vaccinarono milioni di bambini in tutto il mondo. L’ultimo caso negli Usa risale al 1979, in Italia al 1982. Sabin divenne molto celebre: ricevette 40 lauree honoris causa, il Premio Feltrinelli, la Medaglia Nazionale per la Scienza. Divenne anche presidente del Weizmann Institute of Science di Rehovot, in Israele, e dopo la pensione continuò a studiare i tumori, il morbillo e la leucemia. “Non dobbiamo morire in maniera troppo miserabile – diceva – la medicina deve impegnarsi perché la gente, arrivata a una certa età, possa coricarsi e morire nel sonno senza soffrire”.

Sabin dovette studiare e fare esperimenti per molti anni prima di arrivare al risultato voluto. Oggi, la ricerca scientifica ha fatto passi da gigante. L’anno scorso, il Covid non lo conoscevamo neppure, oggi abbiamo una serie di vaccini in grado di salvare milioni di persone. Checché ne pensino i no-vax, i free-vax, i no-mask, i negazionisti e tutti quelli che sono convinti che le misure di contrasto al contagio siano liberticide.

a/f

Nell’immagine: Albert Sabin, inventore del vaccino che è stato regalato ai bambini di tutto il mondo