San Marino. ACCADDE IERI SERA, DOPO UNA SCAMPO E UNA MAZZANCOLLA … di Paolo Forcellini

All’uscita di un noto ristorante di pesce riminese, mi imbatto casualmente in un vecchio amico con cui avevamo cazzeggiato durante le notti bolognesi ai tempi dell’università. Poi ci eravamo persi definitivamente nel ’68, quando lui preferiva i cortei studenteschi e operai alla compagnia di una bella gnocca.

Paolo Forcellini

Avevo saputo della sua ascesa in politica, dove aveva anche ricoperto incarichi importanti — naturalmente frutto del suo essere stato un sessantottino. Vedendolo, alzo il braccio e lo saluto avvicinandomi per abbracciarlo, come si fa con un amico di vecchia data. Ma lui mi ferma e mi apostrofa:
“Con me il saluto fascista non lo devi fare.”

Lì per lì rimango allibito e dispiaciuto per quell’accoglienza, ma poi, ripresomi dallo shock, gli rispondo subito:
“Guarda che il braccio alzato non significava ‘A NOI’, ma è un modo gentile — di chi, come me, ha origini romane — per mandare la gente ‘AFFANCULO’.”

Inutili le sue scuse. Mi sono girato, mi sono allontanato… e ho continuato a salutarlo romanamente!

Paolo Forcellini