San Marino. Alessandro Pejrano Romero presenta il suo libro sulla politica estera in chiave psicologica e cognitiva

Perché un cittadino italiano, anzi italiano e spagnolo, psicologo di professione, dovrebbe occuparsi di politica estera sammarinese e analizzarla in chiave psicologica? Forse una spiegazione razionale non c’è, se non quella racchiusa nella sfera emotiva e in qualche modo sentimentale, che si sviluppa dalle impressioni e dalle suggestioni racchiuse nei ricordi dell’infanzia. In pratica, non potendo andare in Spagna tutti gli anni, la famiglia Pejrano andava in Romagna, e dalla riviera a San Marino, il passo è breve. E così, sull’onda di ricordi di infanzia e di amici di gioventù, si sviluppa progressivamente un amore, che diventa desiderio di conoscenza, che diventa passione per la ricerca, che diventa un libro dal titolo emblematico: “Analisi e storia della Politica Estera sammarinese. Con aspetti di Psicologia cognitiva e del territorio”.

 

La sala Giunta di Borgo Maggiore, che è grande come una bomboniera, fa fatica a contenere gli amici dello psicologo- scrittore, i personaggi che l’hanno aiutato nella ricerca e gli appassionati di storia locale, accorsi per la presentazione del volume. Che non affronta temi di stretta attualità politica, ma propone una lettura storico-analitica, soffermandosi sulle tappe fondamentali, sulla percezione psicologica della Repubblica e sulla logica che ha guidato la politica estera nel corso dei secoli. A guidare l’ascolto, Francesco Morganti, in qualità di moderatore. 

“Avrei potuto scrivere un thriller, perché la storia sammarinese è piena di colpi di scena” spiega Pejrano Romero che, da buon analista, si è sempre chiesto perché la percezione esterna di San Marino fosse molto spesso negativa, svalutante, a volte persino offensiva. Per questo, andando a spulciare le fonti presenti non solo nella Biblioteca e nell’Archivio di Stato, ma anche quelle del mitico Archivio Vaticano e quelle dell’Archivio di Stato italiano, ha voluto riflettere sugli aspetti psicologici che sottendono questa reazione. 

La prima ragione è “nomotetica”, ovvero un approccio che raggruppa nella stessa categoria elementi con le stesse caratteristiche. In pratica: San Marino è un piccolo Stato, quindi uguale a tutti gli altri piccoli Stati. Ma sappiamo tutti che questo non è vero. L’attributo “piccolo” è un altro elemento che induce in errore, perché non rende giustizia alla sua ricchezza storica, alla sua evoluzione democratica e giuridica. Piccolo potrebbe essere anche sinonimo di semplice, e questo comporta un rischio di attrazione per persone losche. Dinamiche distorsive nella percezione della Repubblica e una cattiva gestione di alcuni aspetti finanziari, hanno portato ai famosi scandali sulle triangolazioni, esterovestizioni, e così via. Ma se molti piccoli Stati sono dei paradisi fiscali, San Marino probabilmente non lo è mai stato nella sua vera accezione. Lo dimostra il fatto che il PIL si regge in gran parte su un tessuto imprenditoriale e manifatturiero molto ben strutturato, non sulle banche. Ciò non toglie che la sua storia recente sia stata costellata di errori e di problemi, in parte dovuti alla classe politica, in parte alla percezione esterna sbagliata. 

“Il mondo non è tenuto a sapere cos’è San Marino, ma il giornalista che lavora al Corriere della Sera, è tenuto a saperlo” dice Pejrano Romero spiegando come si formano pregiudizi, condizioni disfunzionali e credenze patogene nei confronti di un Paese, che forse è il primo a non descrivere se stesso nella giusta maniera. Tra l’altro, la tradizione della politica estera, che poi è diplomazia, a San Marino ha il suo primo germe embrionale già nel 1797, per poi svilupparsi nella complessa struttura odierna. Spesso sfugge anche che San Marino ha avuto un ruolo geopolitico importante in molte dinamiche storiche degli ultimi due secoli. 

Un altro passaggio fondamentale è avvenuto quando il concetto di “sovranità” è passato da obiettivo a strumento, portando la politica estera a quella dimensione globale in cui la “neutralità attiva” (inventata da San Marino) ha assunto il doppio ruolo di valore etico e atto politico. In questo contesto il perimetro della politica estera è venuto man mano ampliandosi dalla dimensione bilaterale al multilateralismo e allo standing internazionale, con l’ingresso ufficiale nei massimi organismi mondiali ed europei. 

Il libro di Alessandro Pejrano è ricco di documenti, di fotografie, tavole sinottiche, citazioni storiche e interviste di grandi personaggi. Un lavoro creato in quasi 30 anni di studio appassionato e approfonditissimo, viaggiando tra Milano e Chiesanuova, con escursioni in tutti i luoghi e istituzioni in cui fosse possibile scovare un cartiglio o un aneddoto. Ne è sortita la prima pubblicazione organica sulla politica estera sammarinese, ma soprattutto una riflessione analitica sui motivi per cui, spesso, la Repubblica di San Marino sia percepita come un’anomalia negativa. Ma se vogliamo che tutto questo non succeda più, devono essere i sammarinesi a raccontare San Marino per quello che è.