San Marino. ”Altri tempi” … editoriale de LA REPUBBLICASM

Al contrario di quanto fanno – anche legittimamente – altri, non vogliamo tirare nessuno per la giacchetta. Anzi, la svolta garantista che sembra avere preso il Paese ci piace. Sono lontani i tempi del giustizialismo più aspro, dei fanatici con la bava alla bocca pronti a gridare “al ladro” e voraci di “sangue” a seguito di un avviso di garanzia. Libri, prime pagine, persino “raid” davanti alle abitazioni degli indagati. Erano altri tempi. Allora la magistratura era unita e intoccabile. Chi provava a metterne in dubbio modalità e capacità, faceva una bruttissima fine. Oggi è cambiato il mondo e col senno di poi i dubbi che qualche collega sollevò a suo tempo appaiono oltremodo fondati. Ma sul punto torneremo certamente, e non solo dalle pagine di giornale.

Brindiamo quindi al nuovo corso sammarinese e ad una trattazione delle vicende giudiziarie più civile e dignitosa per
i protagonisti che fino a sentenza definitiva sono tutti innocenti, lo ricordiamo.

Ciò che non vogliamo e non possiamo accettare tuttavia sono i due pesi e le due misure.

In passato quando le difese ricorrevano contro i provvedimenti di un magistrato, abbiamo sempre visto un ruolo attivo, attivissimo della procura scale che ha giustamente esercitato praticamente in ogni situazione che ricordiamo a memoria, l’azione penale imposta dal proprio ufficio.

Ciò è accaduto quando i giudici superiori avevano ad esempio messo in dubbio i teoremi degli inquirenti. Secondo la procedura sammarinese infatti è solo la procura fiscale ad avere il potere di impugnare gli atti. Cosa che, se tanto ci dà tanto, dovrebbe accadere pure oggi nelle attuali vicende. Ma al di là dei casi specifici sui quali come scritto in premessa non vogliamo tirare nessuno per la giacchetta, crediamo di non dire una bestemmia quando sottolineiamo che la giustizia sammarinese ha molti problemi che ne minano la credibilità.

E non certo da oggi. Senza voler puntare il dito sulle persone, ci limitiamo a mettere in luce come la procedura sammarinese sia vecchia e dia adito a dubbi e pericolose possibilità di ingerenza. Sarebbe auspicabile avere un Gip in fase di indagine, come una procura indipendente, invece di un tribunale unico.

E ancora per garantire davvero tutti ci vorrebbero giudici terzi e da fuori che possano realmente indagare su eventuali mancanze dei giudici stessi. Chi fa il magistrato a San Marino non dovrebbe fare l’avvocato, soprattutto non a una manciata di chilometri da qui magari prendendo le parti delle banche come difensore e condannandole come giudice.

Sono solo piccoli, piccolissimi esempi di un sistema che comunque la si giri, fa acqua da tutte le parti e sta indebolendo la certezza del diritto. Il governo poi, con le sue scellerate decisioni in materia, ci sta mettendo, come si dice, il carico da undici. Abbiamo così la sensazione che un po’ tutti gli attori in campo stiano sbagliando bersaglio.

Ci si sta concentrando sulle banche, ma evidentemente il problema sta altrove. Detto tutto questo ci sono poi altre situazioni che chi è “addentro” conosce bene e che purtroppo per ovvi motivi, al momento non si è in grado di scrivere, ma che fanno letteralmente accapponare la pelle.

Incroci di professionisti, decisioni di certe persone, trattamenti di favore verso alcuni soggetti, “legnate” contro altri, coinvolgimenti personali, conflitti di interesse… per noi trova tutto un senso chiaramente e siamo estremamente allarmati. E visto che il solito “uccellino” ci ha consigliato di fare attenzione a toccare certi tasti per via di possibili ritorsioni, noi diciamo che a preoccuparsi debbano essere altri.

Credeteci sulla parola: non abbiamo paura, né guardiamo in faccia ad alcuno, tireremo dritto. Potete querelarci, chiuderci il giornale, condannarci, persino arrestarci. Non cambierà nulla. Ve lo abbiamo già dimostrato, no? Ci ri-metteremo sempre in piedi al servizio della verità, del pubblico interesse, dei sammarinesi.

La RepubblicaSM