San Marino, APAS: “Il killer dei cani forse individuato dopo 14 anni di orrore… Speriamo sia la volta buona per dare giustizia a tutte le vittime”

«Finalmente sembra essere arrivata la svolta che aspettavamo da oltre un decennio»: così l’APAS, l’Associazione Protezione Animali di San Marino, annuncia pubblicamente l’individuazione del presunto responsabile della lunga serie di avvelenamenti di cani che dal 2011 ha seminato paura e dolore sul territorio sammarinese.

Un incubo lungo quasi 15 anni

L’associazione ripercorre con amarezza gli anni segnati da «una scia ininterrotta di sofferenze», con circa 40 decessi accertati tra il 2011 e il 2022, oltre a numerosi altri episodi di avvelenamento sventati solo grazie al pronto intervento dei veterinari. «Il dolore per ciò che è accaduto non si cancella – sottolinea APAS – ma oggi possiamo finalmente sperare in un cambiamento».

Sette nuovi casi nel giorno della riforma

Proprio nella giornata di ieri, mentre il Consiglio Grande e Generale approvava le nuove norme penali a tutela degli animali, si sono verificati altri sette avvelenamenti. Tra le vittime, una giovane cagnolina deceduta per gravi complicazioni respiratorie e un altro cane ancora in condizioni critiche. «Un chiaro segnale d’odio – accusa APAS – che conferma il disprezzo profondo di questo individuo verso gli animali».

Un passato di odio e minacce

L’associazione ricorda anche come il presunto autore fosse già noto per lettere anonime piene d’odio, indirizzate tanto all’APAS quanto a cittadini impegnati nella tutela animale. Quelle missive, che avevano già portato a una condanna per ingiuria e minacce, rappresentano per APAS un filo rosso che unisce la lunga catena di violenze.

Pena troppo lieve con la vecchia legge

Se i fatti di ieri fossero avvenuti sotto la nuova normativa appena approvata, sarebbero stati puniti con prigionia di secondo grado (fino a tre anni). Ma purtroppo, fa sapere APAS, «il soggetto sarà giudicato secondo il vecchio codice penale, che prevede solo l’arresto di secondo grado: appena 15 giorni fino a un massimo di due mesi».

Costituzione di parte civile e appello alle famiglie

L’associazione conferma la volontà di costituirsi parte civile, come già avvenuto nel procedimento relativo al 2011, poi purtroppo archiviato. E lancia un appello: «Invitiamo tutte le famiglie che in questi anni hanno subito atti crudeli contro i propri animali a unirsi a noi nel chiedere giustizia».

Ringraziamento alle forze dell’ordine e memoria delle vittime

APAS esprime infine «profonda gratitudine» alle forze dell’ordine, che con «determinazione e sollecitudine hanno liberato la popolazione da questo incubo». L’associazione chiude il comunicato con un ricordo simbolico: le immagini del 25 giugno 2011, che mostrano la tragica fine di Maya e Tea, due cagnoline uccise nel proprio giardino. «Non le dimenticheremo – afferma APAS – e continueremo a lottare per tutte loro».

Ottimismo forse avventato?

Ma se è vero che nella giornata di ieri un sospettato sia stato “ascoltato” dagli inquirenti, appare forse azzardato indicare lo stesso come il presunto colpevole… Almeno fino a sviluppi certi in tal senso, che al momento non sembrano presenti.