Quella di prendere le distanze dalla vicenda Asset evitando scrupolosamente di toccare una materia così esplosiva si sta rivelando per il governo e la sua maggioranza un’impresa non facile come potrebbe essere quella di trascinare un carretto su un terreno davvero impervio. Chi del resto non ricorda come governo e maggioranza abbiano perorato la causa di Bcsm? In un duro intervento dell’ottobre 2017 e che oggi torna di prepotente attualità il capogruppo del Pdcs Alessandro Cardelli sottolineava in aula consiliare il fatto che il governo con i suoi atti avesse sostenuto fino all’ultimo le azioni di Savorelli. “Prendiamo ad esempio – aveva detto – i tre decreti emanati proprio mentre la piazza chiedeva di fermarvi. Avete dato piena fiducia votando cose gravissime su cui noi abbiamo fatto anche ricorso al collegio dei garanti”.
E c’è da credere che dal canto suo Banca Centrale avesse previsto che le sentenze avrebbero creato una situazione alquanto imbarazzante. “L’udienza – scrive il commissario della legge Pasini nella sentenza – si è potuta tenere a distanza di ben 11 mesi da quella inizialmente fissata alla data dell’11 gennaio 2018 – in conseguenza della dilatazione dei tempi del giudizio dovuto alle iniziative processuali assunte dalla procura di Banca Centrale”. Inutile scaricare ora le gravi responsabilità di quel che è successo sugli allora vertici di Bcsm come se governo e maggioranza non avessero avuto alcuna parte nella vicenda. L’aneddoto costruito su misura della cacciata di Savorelli che sarebbe avvenuto per volontà di governo e maggioranza lascia davvero il tempo che trova. Chi ha memoria non può non ricordare che nella seduta consiliare di luglio il consigliere del Pdcs Marco Gatti diede lettura di un ordine del giorno che la maggioranza poi respinse. Si trattava proprio di allontanare l’allora dg di Bcsm Lorenzo Savorelli. “Considerato che Banca centrale come da Statuto dovrebbe esercitare i propri poteri al fine di “promuovere la stabilità del sistema finanziario e tutelare il risparmio”, (..) preso atto dell’ordinanza del tribunale amministrativo relativa al commissariamento di Asset Banca nel quale si rilevano elementi di illegittimità nel commissariamento stesso, e dove in particolare si segnala uno sviamento di potere, quale l’avvio dell’amministrazione straordinaria permessa dalla legge di Bcsm per risanare o rimuovere eventuali anomalie dei soggetti vigilati e che invece è stata utilizzata per giungere alla liquidazione coatta e alla successiva cessione dei rapporti giuridici di Asset banca: preso atto della crisi di fiducia che si è abbattuta con diversi profili di responsabilità sul sistema bancario e finanziario; considerato il preoccupante peggioramento dell’andamento dei dati relativi alla liquidità del settore a partire da gennaio di quest’anno; evidenziando gravi difformità rispetto agli obblighi statutari posti in essere dal direttore generale di Bcsm; il Consiglio Grande e Generale dà mandato al governo di intraprendere le azioni necessarie affinché venga immediatamente rimosso il Direttore Generale Lorenzo Savorelli di Banca centrale, in qualità di presidente del coordinamento delle vigilanza della stessa, per i succitati motivi”. A distanza di quasi due anni gli ex vertici di Banca Centrale appaiono nella dimensione di piccole pedine che hanno però contribuito a infliggere al Paese una ferita che sarà molto difficile sanare.
Repubblica Sm