San Marino. CASO STIPENDIOPOLI ALLA FSGC. Avv. Campagna: ”Onnipotenza elargitiva potendo darsi quanti soldi volevano senza limiti di spesa” – SETTIMA PARTE

Continuiamo con la pubblicazione di stralci di documenti di quello che è stato chiamato IL CASO STIPENDIOPOLI ALLA FSGC.

Poco prima del rinvio a giudizio, l’avvocato penalista Achille Campagna ha prodotto una memoria dai contenuti molto forti.

Qui di seguito alcuni stralci. Ecco che cosa scrive l’avvocato Campagna:

 

”Gli amministratori della FSGC, nella loro prospettazione, erano dunque in una condizione di onnipotenza ‘elargitiva’ potendo darsi quanti soldi volevano, ad libitum, senza limiti di spesa, perchè non ne esistevano e non sono mai stati previsti in nessun regolamento;

non solo, potevano anche scegliere in assoluta allegria e libertà a quali e quanti consiglieri dare lo stipendio, visto che non servivano delibere.
Tutto ciò è evidentemente inconcepibile, assurdo.

Una prima conclusione è quindi doverosa: la FSGC, sotto la gestione dei prevenuti, ha elargito centinaia di migliaia di euro, non soltanto in divieto di una legge primaria ed una interna all’ente e senza la previa autorizzazione del CONS, ma senza criteri predeterminati, in maniera del tutto arbitraria.

Come si è visto, in seguito i prevenuti hanno tentato di convincere il G.I. dell’esistenza di una base normativa interna, ovviamente non condivisa con il CONS, che in principio autorizzasse i compensi; ebbene, se anche si volesse accreditare questa falsità, resterebbe il fatto che i compensi non erano regolamentati, quindi i Consiglieri erano comunque liberi di fare man bassa, come hanno fatto, delle risorse dell’ente.

Venendo al divieto normativo, è doveroso sottolineare un primo dato insuperabile, ossia la mancata previsione a Statuto di alcun compenso unitamente all’art. 23.1 del Regolamento Organico della FSGC, che ne statuisce espressamente l’assenza4; il tutto va letto nella cornice della legge N.149/2015 che stabilisce chiaramente come solo negli statuti federali può comparire una norma espressa che autorizzi i compensi.”

FINE SETTIMA PARTE

 

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