San Marino. CASO STIPENDIOPOLI ALLA FSGC. ”La FSGC non ‘aveva regole’ nell’elargizione dei compensi per centinaia di migliaia di euro l’anno, affidati al più selvaggio arbitrio” – SESTA PARTE

Continuiamo con la pubblicazione di stralci di documenti di quello che è stato chiamato IL CASO STIPENDIOPOLI ALLA FSGC.

Poco prima del rinvio a giudizio, l’avvocato penalista Achille Campagna ha prodotto una memoria dai contenuti molto forti.

Qui di seguito alcuni stralci. Ecco che cosa scrive l’avvocato Campagna:

”All’esito dell’indagine sinora condotta, riteniamo anzitutto che debba essere contestata l’aggravante generica dell’abuso di autorità di ufficio pubblico o privato di cui all’art. 90 n.2 c.p., atteso che i prevenuti ricoprono cariche in seno alla FSGC e la loro condotta, sia singolarmente considerata che in concorso, integra senz’altro la fattispecie aggravata.

Nel merito dell’amministrazione infedele, la fragilità delle giustificazioni accampate dai prevenuti emerge in tutta la sua plasticità di fronte all’incontrovertibile divieto normativo di corresponsione dei compensi che sono stati erogati.
Ma prima di affrontare direttamente questo argomento va rilevato che gli amministratori della FSGC non deliberarono mai i compensi che vennero loro corrisposti.
Stando alle stesse affermazioni contenute nella memoria difensiva, emerge che (grassetti ns):

“per prassi risalente e certamente negli anni antecedenti alla nomina dell’attuale Consiglio Federale, la Federazione corrispondeva somme di denaro ai membri del Consiglio (tutte regolarmente appostate a bilancio) e mai contestate da alcuno anche se non risultano deliberazioni/regolamenti in merito;”

dunque, i prevenuti ci confermano, in primo luogo e senza vergogna, che la FSGC non ‘aveva regole’ nell’elargizione dei compensi per centinaia di migliaia di euro l’anno, affidati al più selvaggio arbitrio.
A prescindere da qualunque quadro normativo, è sicuramente dovere di un ente che gestisce risorse economiche emettere delle delibere di nomina delle cariche fissando gli emolumenti; si sottolinea che non stiamo parlando di una società di persone o di capitali partecipata da quegli stessi soci che siedono negli organi di gestione, ma di un ente amministrato interamente nell’interesse di terzi e per lo scopo associativo, un ente in cui deve essere impossibile che le remunerazioni – ove lecite – non siano deliberate.

La situazione si evolverebbe quindi nel 2017, epoca in cui si collocherebbe l’attività deliberativa che i prevenuti oggi porterebbero a giustificazione della loro condotta.
Or bene, la situazione non migliorò nemmeno con le sventolate delibere del Consiglio Federale, allegate da ultimo nelle memorie difensive dei prevenuti, del 27.8.2017 e 30.8.2017.

Anzitutto, non sarebbe certo il Consiglio Federale, peraltro in spudorato conflitto d’interessi, ma l’Assemblea della FSGC che li ha nominati, l’organo cui spetterebbe l’approvazione dei compensi dei Consiglieri – fermo restando che questo non avrebbe comunque sanato nulla, per le ragioni che si spiegheranno appresso.

Al di là di questo, non esistono criteri e si resta nel più selvaggio arbitrio, dal momento che nel regolamento amministrativo 28.8.2017, prodotto da controparte, non si fissa alcun importo né criterio se non il richiamo ad una fumosa situazione pregressa, in cui regnava – ancora una volta si ripete – il più selvaggio arbitrio.”

FINE SESTA PARTE

 

LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI SUL CASO STIPENDIOPOLI ALLA FSGC