San Marino. “Caso Titoli”, al di là delle condanne giungono inquietanti verità. Ma un dubbio non verrà mai sciolto: una politica non collusa come può aver permesso un simile scempio? … di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Al di là dei 34 anni e sei mesi di prigionia inflitti nel complesso al finanziere lucano Francesco Confuorti, all’ex Direttore Generale di Banca Cis Daniele Guidi -già condannato in secondo grado per la “truffa” da un centinaio di milioni di euro ai danni di fondi pensione e Fondiss- e ad altri 5 fra ex funzionari ed ex dirigenti di primo piano Banca Centrale e Banca Cis, intrinseca nella sentenza di primo grado del “Caso Titoli” emessa nel tardo pomeriggio di ieri dal giudice Vico Valentini, c’è una ulteriore, prevedibile ed autorevole conferma “storica”: nello scorso decennio il massimo organismo di governo e vigilanza del settore bancario-finanziario sammarinese non era ligio ai suoi doveri di imparzialità e tutela del sistema e dell’interesse pubblico, ma era asservito agli interessi privati del gruppo che ruotava attorno a Banca Cis.

Certo, questa sancita dal Giudice Vico Valentini è una verità parziale, non definitiva e che sarà impugnata in appello dagli imputati oggetto di condanna in questo primo grado di giudizio. Ma, al tempo stesso, è una verità giuridica messa nero su bianco con inchiostro indelebile.

L’altro aspetto sancito in questa prima sentenza è che questo perseguimento di interessi privati a danno di quelli pubblici e dello Stato che ha caratterizzato l’azione di Banca Centrale per almeno parte dello scorso decennio, ha procurato una danno sia allo Stato -con ovvia ricaduta su ogni cittadino e residente- che agli azionisti e ai correntisti di Asset Bank (lo confermavano già due sentenze amministrative), nonché a Cassa di Risparmio e alla stessa istituzione Banca Centrale, quest’ultime due beneficiarie di una provvisionale fissata in due milioni di euro, seppure il danno reale, per tutte le parti civili che lo avevano calcolato in quasi 450 di milioni di euro totali, dovrà venire quantificato in sede civile.

Solo l’Ecc.ma Camera (lo Stato per intenderci) aveva avanzato in una recente udienza la richiesta di 286 milioni di euro di danni patrimoniali subiti, di cui ben 195 milioni necessari a “coprire” gli interventi messi in campo per “risarcire” i correntisti di banca Cis rimasti con un pugno di mosche dopo il “crack”, dopo la liquidazione dello stesso istituto di credito sammarinese.

Ma è quantificabile, ad esempio, il danno globale -ovvero, oltre che patrimoniale, anche di “ricaduta” sull’intero sistema Paese- derivante dalla liquidazione illegittima di Asset Bank? No…

No perchè il “crack” artificioso di uno dei massimi istituti bancari del Titano ha determinato poi, con un’altra azione controversa (l’assorbimento forzato di Asset in Carisp), una crisi importante, sia finanziaria che di immagine, dell’intero sistema bancario sammarinese, arrivando a compromettere per anni e anni l’appeal che la Repubblica sapeva esercitare sugli investitori, soprattutto stranieri.

Quanti punti di PIL è costata al Titano una Banca Centrale sacrificava il suo ruolo e il suo mandato “pubblico” sull’altare degli interessi di un gruppo privato che ruotava attorno a Banca Cis? Non è quantificabile neppure questo danno, almeno a noi comuni mortali…

Ma c’è una verità che nessuna sentenza fino ad ora emessa in Repubblica -unica piccola eccezione quella emessa dal giudice Adriano Saldarelli nel primo grado del processo “Buriani-Celli”- ha ancora saputo scrivere: quale ruolo ha avuto la politica, in particolare nel periodo più “felice” per questo gruppo di potere privato, ovvero durante la prima fase del governo AdessoSm composto da Repubblica Futura, SSD e C10 (quest’ultimi due oggi confluiti in Libera, tornata forza di governo), in questa scalata e gestione sovversiva del potere, specie in ambito finanziario e bancario, ma capace di assoggettare agli stessi interessi privati anche uno degli aspetti più delicati dell’amministrazione democratica del Paese, ovvero la Giustizia o parte di essa?

Per quanto trapelato, infatti, a far luce su ciò non contribuirà neppure l’indagine, tuttora in fase istruttoria, che il Giudice Inquirente Elisa Beccari sta portando avanti sull’ipotesi di associazione a delinquere che vedrebbe fra i suoi indagati, quindi fra i suoi sospetti sodali, fra nomi già noti come ad esempio Daniele Guidi, anche il Commissario della Legge Alberto Buriani. Sarebbe, se l’ipotesi accusatoria trovasse conferme nell’indagine, il famoso gruppo “sovversivo” dei poteri dello Stato che il Pdcs denunciò già nell’aprile 2017 in Consiglio Grande e Generale, in un esposto poi totalmente ignorato dal governo e dalla maggioranza di allora?

Sta di fatto che anche in questa “pesante” indagine, non risulta figurino politici. Stranamente -e stranamente per me, a rigor di logica, non avendo competenze per valutare giuridicamente-, neppure chi, come risulta dagli atti processuali, quale ministro in carica del Governo AdessoSm, riceveva email da “@advfinancial” con testi di legge pronti da varare e, oggi, ha già una condanna in primo grado per una azione o serie di azioni, per un reato finalizzato a favorire Banca Cis…

Come ha potuto un governo non colluso -ed è una domanda, non una affermazione- permettere la liquidazione illegittima di una banca senza avere precise responsabilità nella stessa scellerata azione che ha poi determinato una crisi pesante dell’intero sistema bancario e una caduta ingentissima di immagine del Titano verso gli investitori? Come ha potuto un governo non colluso -ed è sempre una semplice domanda- permettere che una parte del Tribunale arrivasse a sacrificare gli interessi di equità, giustizia e il Diritto sull’altare del vantaggio per Banca Cis?

Che ciò siano successe “cose turche” lo scorso decennio sul Titano -ormai- non lo dico solo io, solo Marco Severini o solo GiornaleSm… Lo dicono delle sentenze, seppure non tutte definitive. Ma nessuno, neppure io, neppure GiornaleSm, è capace di rispondere sul come un governo non colluso sia riuscito a permettere ciò. E non ce lo sta dicendo neppure la Magistratura, tantomeno sembra intenzionato a farlo il Consiglio Grande e Generale istituendo una seria Commissione di inchiesta.

Ah, quasi dimenticavo… C’è un’altra domanda alla quale non sono in grado di rispondere: come può un partito politico chiave nel governo AdessoSm (mi riferisco a Repubblica Futura), alla luce delle verità giuridiche che emergono ormai con sempre più chiarezza, continuare ad osteggiare con veemenza l’attuale governance di Banca Centrale, alla quale si deve senza ombra di dubbio -grazie ad una serie di esposti e ricorsi giudiziari- gran parte dell’attività messa in campo contro questa “cricca” criminale dalla Magistratura?

Domande… Dubbi… Ombre… Che sembrano destinate a restare tali.

Enrico Lazzari