San Marino. Caso Titoli e sistema bancario, il memorandum d’intesa con Banca d’Italia affossato perchè avrebbe danneggiato Confuorti? Secondo la testimonianza-Gatti sì… di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Grazie alle recenti testimonianze che l’ex Segretario di Stato Giuseppe Morganti (leggi qui) e l’attuale Segretario di Stato alle Finanze Marco Gatti (leggi qui e leggi qui) hanno rilasciato nelle scorse settimane durante le udienze del famoso “500/2017”, meglio noto come “Caso Titoli”, abbiamo oggi un quadro alquanto eloquente di come le azioni condotte dall’allora Banca Centrale e talvolta avallate o a loro volta condotte dalla componente politica, abbiano determinato un danno evidente -e ingente- per la collettività e un vantaggio, almeno momentaneo, per la ormai famosa “cricca”.

Prima di approfondire un ennesimo capitolo affrontato da Gatti nella sua quanto mai “illuminante” testimonianza, è doverosa una breve premessa relativamente al ruolo di Simone Celli, il quale sembra apparire oggi come il maggior  responsabile di tutto. Certo, ha le sue pesanti responsabilità, evidenziate, ad esempio, sia nelle “email-Confuorti” (leggi qui) nonché nel ruolo di “Cupido” incaricato di far scattare “l’amore” fra la Presidente di Bcsm, Catia Tomasetti, e due dei personaggi più rappresentativi di Repubblica Futura, Mario Venturini e Nicola Renzi, nel momento in cui la stessa Banca Centrale era un ostacolo insormontabile per il buon fine della cessione alla lussemburghese Stratos delle quote di Banca Cis (leggi qui)…

E’ inverosimile, però, che un unico Segretario di Stato, vista la peculiarità di collegialità propria del regolamento dello stesso Congresso di Stato, possa aver -da solo- determinato la deriva dello scorso decennio. Specie alla luce del fatto che, in fondo, l’attuale Presidente di Bcsm -maggiore artefice del cambio di rotta che ha portato allo smascheramento della “cricca” e al fallimento sia dei piani della medesima “cricca” che alla liquidazione dell’istituto di credito, Banca Cis, attorno a cui tutto sembrava ruotare- fu nominato quando Celli era ancora il vertice della Segreteria di Stato alle Finanze.

La stessa Tomasetti, nel corso della sua testimonianza rilasciata nell’ambito del processo “Buriani-Celli”, ammise candidamente che, secondo lei, l’ex Segretario alle finanze del governo AdessoSm “fosse stato ricattato” per agire in quel modo, riferendosi alle pressioni ricevute per “avvicinarsi” ad un paio di dirigenti di Rf e per “ammorbidire” la sua intransigenza relativamente all’operazione Stratos-Banca Cis, poi naufragata (leggi qui).

Fra le responsabilità della “cricca” c’è anche un eventuale “ricatto” -ipotesi avanzata sotto giuramento dalla Tomasetti- a cui avrebbe ceduto Simone Celli? Chissà… A rafforzare la sconvolgente ipotesi c’è poi la sua attuale condizione economica non troppo agiata, a confermare che ben poco o nulla, dei milioni “maneggiati” dalla “cricca”, sarebbero finiti nelle sue tasche. Sta di fatto che finchè lo stesso ex Segretario di Stato continuerà a trincerarsi nel silenzio, resterà lui il capro espiatorio perfetto, una sorta di tappeto sotto cui nascondere tutta la “spazzatura” di eventuali complicità politiche del malaffare di quel decennio ormai chiuso. Complicità che, anche grazie al silenzio di Celli (e questa forse oggi potrebbe diventare la sua più grande responsabilità), i sammarinesi rischiano di trovare mascherata da “rispettabile” o “autorevole” candidato nelle prossime liste elettorali, in una consultazione che potrebbe addirittura “resuscitare” la famigerata “cricca”.

Premesso ciò, torniamo alle “illuminanti” dichiarazioni di Marco Gatti. Ad un nuovo capitolo di questa testimonianza “fiume”. Tralasciando la “scelleratezza” della liquidazione di Asset Bank -azione controversa quanto ormai nota-, oggi sappiamo che sotto la guida di Lorenzo Savorelli, Banca Centrale avrebbe praticamente affossato l’avvio della “Centrale Rischi, che -ha spiegato Gatti in Aula- era un elemento che doveva portare allo scambio di un memorandum di intesa per lo scambio di informazioni tra le autorità di banca d’Italia e la Banca centrale della Repubblica di San Marino”. Ma la governance della Bcsm dell’epoca “bloccò quell’operazione senza dare un termine”.

Ancora oggi, si ricordi, San Marino attende la ratifica di quel memorandum che contribuirebbe in maniera decisiva ad integrare il sistema finanziario sammarinese nel contesto peninsulare ed  internazionale… E pensare che nel decennio scorso si sarebbe stati ad un passo -la concretizzazione della Centrale Rischi- dalla sua ratifica… Anche questo danno -non quantificabile- va ad aggiungersi al lungo elenco di danni provocati nel decennio scorso alle casse pubbliche e, quindi, alla qualità della vita dei sammarinesi.

Ma perchè la Bcsm di Wafik Grais e Lorenzo Savorelli affossò quell’intesa bilaterale pressochè siglata? La risposta ce l’ha lo stesso Gatti: dall’indagine fatta dall’opposizione al governo AdessoSm “è venuto il sospetto che forse c’erano delle posizioni di debito che non dovevano emergere”.

Poi -ha spiegato il teste- è emerso che” il finanziere lucano Francesco “Confuorti era uno dei grandi debitori di Banca Cis e come grande debitore non aveva piacere di emergere nelle posizioni”. Come dire: San Marino ancora non può contare sulle ricadute positive del memorandum di intesa in materia di scambio di informazioni bancarie perchè la stipula di questo non avrebbe fatto comodo a Confuorti. O, almeno, questo è ciò che ha dichiarato l’attuale Segretario di Stato alle Finanze nel corso del processo “Caso Titoli”… 

Ma non è tutto… Savorelli, Dg di Bcsm, “ha iniziato ad impostare una politica totalmente diversa da quelli che erano gli impegni che il Governo (precedente ad AdessoSm, ndr) si era preso anche nei confronti di Banca d’Italia, della Repubblica Italiana, nel percorrere un percorso di normalizzazione del sistema bancario e finanziario”. E ciò, ovviamente, generò una perdita di credibilità di San Marino nei confronti della vicina Italia, con le ovvie conseguenze che questo comporta.

Quanto ha perso, in questi anni e non solo in termini economici, San Marino per l’affossamento di quel memorandum?

Confuorti, quindi, appare sempre più come una figura, un’ombra chiave nella “stanza dei bottoni” di quegli anni. La stessa operazione dei titoli Demeter -al centro del cosiddetto “Caso Titoli”- sarebbe stata frutto delle relazioni che Confuorti aveva con Grais e Savorelli. “…Tant’è vero che Bcsm fa un’operazione, cioè quella di chiudere il debito, o meglio dà i soldi a Banca Cis per chiudere il debito portandosi a casa i titoli Demeter”, ovvero “cambia liquidità con rischio, cosa che non avrebbe potuto fare per regolamento interno, perchè” i Demeter sono “titoli a rischio”.

A fare maggiore luce sui rapporti di Confuorti con Grais e Savorelli ci ha pensato una precisa domanda posta, sempre a Gatti, dall’Avv. Emanuele Nicolini, parte civile Cassa di Risparmio: “In fase istruttoria lei ha sostenuto di aver contezza dei rapporti fra Confuorti e Banca Centrale. Può spiegarci come Confuorti aveva rapporti con Bcsm e in tutto questo quale fosse il ruolo del presidente Grais?
Quando noi abbiamo fatto l’esposto abbiamo un quadro più completo -è stata la risposta- perchè nel frattempo (ovvero dalla nomina di Grais, fatta nel pieno dell’indagine Mazzini dal governo a guida Ap-Pdcs, ndr) emerge che Confuorti ha un debito, emergono le relazioni di Confuorti con Savorelli, emerge la relazione che Grais ha anche con la holding di Banca Cis, tant’è vero che avevano sede nello stesso stabile insieme” e, in questo, si erano spostati entrambi “lo stesso giorno”.

C’è una foto a Rimini -ha rincarato Gatti- della cena fra Confuorti, Grais e Savorelli, pochi giorni dopo parte” l’operazione “Demeter”. Inoltre, “c’era del personale che era stato assunto in Banca centrale e che era dipendente di Confuorti”. E la moglie di Filippo “Siotto (Vigilanza Bcsm, ndr) era il top manager di Confuorti”.

I processi, le testimonianze, gli atti sconvolgenti -incedibili talvolta- si susseguono giorno dopo giorno con il consumarsi delle udienze dei diversi processi in corso incentrati su azioni, personaggi e gruppi più o meno occulti che in pochi anni sembrano essere riusciti a devastare il “sistema San Marino” nelle sue fondamenta, arrecando danni irreparabili in tempi brevi e compromettendo la qualità della vita dei sammarinesi di oggi e di domani. La giustizia sta facendo il suo corso, ma quanto emerso c’è il sospetto -mio, ma non solo- possa essere solo la punta del classico iceberg… Un iceberg che nessuno, seriamente e doverosamente, dà l’impressione di voler rivelare nella sua ampia parte ancora oggi sommersa…

Enrico Lazzari