• Screenshot
  • San Marino. Caso titoli, lascito ingombrante che grava sul presente e pesa sul futuro

    C’è stato un momento in cui alcune forze che facevano capo alla ex maggioranza di Adesso.sm hanno parlato solo di responsabilità. Peccato alle prediche in mondovisione (pagate con i soldi dei contribuenti) siano seguiti i soliti tatticismi mentre il Paese si trova sull’orlo dell’abisso. Ma corrono seriamente il rischio, questa volta, di finirci dentro loro. Le elezioni si stanno avvicinando a grandi passi e finalmente, mettendo fine alle manovre sotterranee, saranno gli elettori a decidere da chi farsi governare. A noi spetta il compito di rinfrescare la memoria su un recente passato che però pesa come un macigno sul nostro futuro. Da un lato da tanto tempo i sammarinesi attendono l’esito di alcune cruciali inchieste, dall’altro le carte giudiziarie dei cui contenuti anche questo giornale ha dato conto, mostrano in maniera evidente come le operazioni che più di tutte hanno ferito e messo in ginocchio la nostra economia siano state eterodirette. C’era cioè chi da fuori teneva la cloche del comando ben salda nelle proprie mani decidendo la sorte di questo o quell’istituto. Sul perché chi di dovere non abbia vigilato ci sarebbero tante cose da scrivere, aspettiamo ‘prudenzialmente’ la fine delle indagini. E’ però un fatto che coloro che in questi anni di dura opposizione hanno denunciato gravi anomalie nel sistema bancario sono stati accusati di essere fantasiosi complottisti. Confuorti per Adesso.sm non esisteva e per l’esponente di Rete Elena Tonnini, da lui citata in giudizio, non è stata nemmeno autorizzata la copertura legale. Chi si è voluto difendere? Tutte cose che il nostro giornale ha scritto più e più volte. Giova tuttavia riavvolgere il nastro. Magari rileggendo alcuni passaggi di un interessante articolo apparso sul Sole24ore dello scorso aprile che prendendo le mosse dalle carte del giudice Morsiani ricostruisce la storia dei rapporti di Confuorti con San Marino. “Confuorti è fondatore del gruppo finanziario Advantage. Che c’entra Confuorti con San Marino? Per cominciare, a San Marino, Confuorti aveva un rapporto privilegiato con Banca Cis, istituto riconducibile all’imprenditore Marino Grandoni, che la controllava insieme a Daniele Guidi, attraverso due holding Lussemburghesi, la Leiton e la Gleinor sede in rue Jean Piret 1. Stesso indirizzo di un’altra holding, la Lupercale, amministrata da un economista un po’ egiziano e un po’ svizzero, Wafik Grais. Dicono che il mondo sia piccolo. Ed effettivamente dove ritroviamo Grais nel 2016? Alla presidenza della Banca centrale di San Marino, predecessore di Tomasetti. Affiancato da un ex Banca Mondiale, Lorenzo Savorelli, direttore generale della stessa banca. Che tipo di rapporti aveva Confuorti con Banca Cis e con Banca Centrale (gestione Grais Savorelli)? Molto intensi. Da una parte infatti figurano come imprenditori di Banca Cis (cioè esposti per svariati milioni di euro) alcuni congiunti dello stesso Confuorti, la moglie di Filippo Siotto (scelto da Savorelli per il coordinamento di vigilanza di Banca Centrale) che contestualmente era anche amministratrice di Advantage, oltre a banca Advantage direttamente esposta con Grandoni e soci per più di venti milioni di euro. Un conflitto di interessi di un certo rilievo, che si porta dietro un lascito ingombrante: Advantage lascia nelle casse di Cis due tranche di titoli denominati Demeter (20 milioni di euro) e Credit suisse Demeter (20 milioni di dollari). Due fardelli di cui Cis avrebbe voluto disfarsi forse anche per rientrare dell’esposizione di Advantage e soci. E qui entra in scena la Banca centrale che con un’operazione del tutto irrituale (per un organismo di vigilanza) acquista in blocco le due tranche di titoli togliendo le castagne dal fuoco a Cis”. Ci fermiamo qui per il momento anche se proseguendo nella lettura delle carte giudiziarie è possibile farsi un’idea di come per sopravvivere, un istituto bancario sia andato continuamente a bussare alla porta di Bcsm dove evidentemente c’era chi quella porta era disposto ad aprirla stendendo tanto di tappeto rosso. Fino a quando il 21 gennaio del 2019 la Bcsm a guida Tomasetti ha messo i lucchetti e commissariato l’istituto. Ovvio che si sia provato a fermarla ma possono essere considerati nemici del Paese coloro che hanno distrutto i piani di chi cercava di farlo affondare?
    continua…
    Repubblica Sm