San Marino. Chi se ne sta sul divano non è un eroe – “Qui gatto… ci cova” la rubrica di David Oddone

E pensare che proprio l’altro giorno lodavo i tedeschi e il loro livello di civiltà rispetto agli italiani! L’argomento di oggi è uno spot pubblicitario che sta andando in onda in Germania. L’intento è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica a rimanere a casa in modo da non diffondere il coronavirus. Ciò che mi ha fatto andare letteralmente di traverso il caffè è l’idea di utilizzare un anziano del futuro, il quale racconta ai nipoti di quanto accaduto venti anni prima – ovvero oggi – e di come lui e gli altri ragazzi hanno “combattuto” il Covid. Un combattimento avvenuto a “colpi” di divano, televisione e mangiando cibo spazzatura. Insomma si scimmiottano i veri reduci dalle guerre, quelli che per davvero le hanno affrontate, cercando evidentemente di strappare un sorriso con questo assurdo e azzardato parallelismo. Innanzitutto fossi nel governo tedesco eviterei di fare qualsiasi tipo di accenno seppure indiretto alle guerre. E soprattutto di ironizzarci sopra. I conflitti sono cose molto serie, e come dovrebbero sapere da Berlino, in tanti hanno perso la vita per colpa di un imbianchino impotente e dei mostri senza anima che ne hanno assecondato le follie. E qui mi fermo perché potrei dire cose irrimediabilmente sopra le righe. In secondo luogo non si comprende come si possa lodare un qualsiasi giovane che se ne sta tutto il giorno a ingozzarsi di patatine sul divano: “E’ così che siamo diventati eroi” recita la pubblicità. Si tratta di un messaggio orribile che mette i brividi, oltre a suscitare tantissime domande sul presente e sul futuro che abbiamo in mente. Giovani e anziani, in questo spot, vengono umiliati, esposti al pubblico ludibrio. Un conto sono la distanza di sicurezza o le buone pratiche su come utilizzare, quando serve, la mascherina. Un altro è fare becero sarcasmo sulle guerre e convincere i giovani che una esistenza da reclusi e sedentaria sia meglio di una salutare corsetta e di avere relazioni sociali. E questa sarebbe vita? Combatterò sempre e comunque questa idea di nuovo mondo che qualcuno vorrebbe inculcarci. Tale propaganda andrebbe boicottata con tutte le nostre forze. Immagino ci sia chi avrà notato come qualche riga sopra io abbia parlato di “distanza di sicurezza” e non di “distanziamento sociale”. Ecco, è tutta qui, nell’utilizzo di un termine, la differenza tra la mentalità di chi non vuole rinunciare ai propri diritti democratici e chi al contrario guarda con ottimismo e ci trova pure qualcosa di divertente, magari utile, nel vedere gente reclusa, lontana, senza la possibilità di incontrare un parente solo a Natale. Non voglio essere frainteso, sia ben chiaro. Non sto assolutamente minimizzando morti e contagi da Covid. Sto puntando invece il dito con forza contro questo modo di comunicare o di non comunicare, che trovo inaccettabile. Colgo quindi l’occasione per chiedere ai vari governi di utilizzare nella “propaganda” l’arma della trasparenza, della incentivazione ai comportamenti virtuosi e non solo della repressione. Il messaggio che dovrebbe passare è quello del richiamo alla responsabilità per ognuno di noi, non certo quello dell’ode al divano come simbolo di eroismo e di resistenza. Ecco, pensate in quale mondo vivremmo oggi se uomini e donne come Cino Moscatelli, Nilde Iotti, Arrigo Boldrini, Carla Capponi, il medico martire Felice Cascione (che non cito a caso), Pertini, Nenni, i fratelli Cervi, fossero tutti rimasti a fare la guerra dal divano di casa loro. Forse saluteremmo alla romana e in caso di Covid e di imposta cattività, non avremmo poi molto a cui rinunciare. Per citare Massimo Cacciari “si parla di eroismo per l’azione di molti in questa tragedia. E allora, se non vogliamo trombettare retorica, si sappia che l’eroe è proprio colui per il quale la vita in sé non ha alcun valore, ma lo guadagna soltanto in funzione dei fini che persegue, di ciò che intende operare, della testimonianza o del servizio che con essa sa rendere”.

David Oddone

Rubrica “Qui gatto… ci cova”