La legge di riforma del lavoro e degli incentivi appena approvata contiene tanti articoli molto distorsivi e inaccettabili.
Uno di questi è l’articolo 7, che si riguarda “incentivi per l’assunzione a parità di mansione dei percettori di indennità economica speciale e di indennità di disoccupazione”
Questo è il primo degli articoli che riguarda chi usufruisce di ammortizzatori sociali, mentre quelli precedenti, legati all’apprendistato, riguardavano chi non ne usufruisce.
“Usufruiscono” di questo articolo i percettori di ammortizzatori sociali che vadano a svolgere una mansione uguale o affine a quella precedentemente svolta. Come livello di inquadramento, si può scendere al massimo di 1 livello rispetto a quello di cui si usufruiva prima del licenziamento.
Questo tipo di contratto può durare fino a 18 mesi, ma passato il 3° mese è automaticamente convertito in contratto a tempo indeterminato. Fino al 3° mese, invece, può essere a tempo determinato. In caso il contratto venga trasformato in contratto a tempo indeterminato dopo il 3° mese, oppure nel caso sia da subito a tempo indeterminato, l’azienda gode del 50% di sgravio sui contributi previdenziali per 24 mesi.
In caso di assunzione a tempo indeterminato, la retribuzione viene posta a carico della Cassa per gli Ammortizzatori Sociali per il 60% dal 1° al 12° mese e per il 25% dal 13° al 18° mese (l’azienda ovviamente paga la differenza rispetto al 100% della retribuzione).
In caso di assunzione a tempo determinato (possibile, come detto, solo per 3 mesi) la retribuzione viene posta a carico della Cassa per gli Ammortizzatori Sociali per il 30% dal 1° al 3° mese, senza obbligo di trasformazione a tempo indeterminato.
Questo, per come è stato costruito, è – assieme all’articolo 5 esaminato ieri – uno degli articoli più pericolosi della legge appena approvata.
Il rischio evidente è quello di favorire un massiccio turnover: dentro un lavoratore e fuori l’altro, 3 mesi alla volta ciascuno, pagati al 70% anzichè al 100%, col resto a carico dello Stato. Ricordiamo che sono lavoratori che vanno a svolgere mansioni analoghe a quelle precedentemente svolte e che già subiscono l’abbattimento del livello di inquadramento: a questo aggiunge anche la minor retribuzione, che crea un incentivo al turnover continuo molto succulento per le aziende.
Le imprese in questi anni hanno già dato ampia dimostrazione di saper usare questo tipo di agevolazioni, quando la legge gli ha dato la possibilità di assumere a basso costo e senza obbligo di assunzione a tempo indeterminato: hanno usufruito degli aiuti e non hanno poi, alla fine, confermato in ruolo molti di questi lavoratori “agevolati”. Non si vede perchè non dovrebbero continuare a farlo. Questo aumenta enormemente i costi per lo Stato senza raggiungere alcun obiettivo di aumento della qualità del lavoro.
Queste logiche sono perverse. Nel suo “Progetto Lavoro” Civico10 ha proposto tutto un altro modello: facilitare ed incentivare l’investimento pluriennale sul lavoratore con abbattimenti retributivi più contenuti all’inizio della carriera lavorativa ed incentivi pubblici crescenti nel tempo, per favorire le imprese che vogliano davvero far crescere professionalmente e come competenze i propri lavoratori e ricollocare queste categorie svantaggiate. Noi crediamo nella necessità di formazione e di crescita progressiva della professionalità anche in azienda, ma con regole molto diverse che non mortifichino la possibilità di ottenere questo risultato. Bisogna credere nelle competenze e creare un sistema che consenta su di esse un grande investimento di rilancio dell’economia.
Di questo e molto altro parleremo Martedì 22 Aprile alle ore 21 alla Sala del Castello di Serravalle alla serata pubblica organizzata da Civico 10 proprio sul lavoro.
Movimento Civico 10