Dopo le assoluzioni dovuti a clamorosi errori della giustizia relativi ai casi di Licenzopoli ed Exit ora sono di nuovo a combattere per la mia innocenza ed ancora in Tribunale.
Il fatto che mi contestano è addirittura del Dicembre 2009 e risale a quando facevo l’agente immobiliare quando ho posizionato una licenza, la Società Autoplus Srl, in un locale che aveva una destinazione d’uso diversa rispetto a quella necessaria per una società commerciale. Laboratorio anziché uso Ufficio.
Ovvero per ”scaricare” detta società avrei dovuto – secondo le indicazioni dell’Ufficio Industria – avere un’abilità ad uso laboratorio anziché uso ufficio come invece era quella in mio possesso. Cosa che io ho contestato in quanto come vedremo non c’è scritto in nessuna legge, ma è solo un’interpretazione dell’Ufficio Industria dell’art.59 della legge 165/2003, quella delle Licenze.
Ho chiesto di scaricare la società di vendita (non era un autonoleggio) di auto in detto locale allegando solo la planimetria dei locali – come prevede la legge n.165/2003 – e la Polizia Civile mi ha consegnato la licenza nei locali controllando l’idoneità degli stessi non riscontrando nessuna differenza con la planimetria che avevo consegnato. Cioè i locali erano gli stessi della planimetria che avevo allegato.E fin qui nulla di particolare.
Poco dopo ho ”scaricato” un’altra società nell’ufficio vicino a quello affittato dell’Autoplus. Entrambi gli uffici erano di mia proprietà. In quella occasione ho avuto un diverbio con l’esperto dell’Ufficio Industria relativamente al fatto di avere l’abitabilità o meno al momento della richiesta della licenza. I lettori devono sapere che per via di Licenzopoli non correva buon sangue tra me e quell’ufficio. Io li ho sempre accusati – e l’ho fatto anche questo pomeriggio in udienza – di fare le cose illegali e controlegge.
Nel 2009 con l’esperto dell’Ufficio Industria ci siamo scontrati sul fatto se un locale doveva avere o meno la corretta abitabilità al momento della richiesta licenza, oppure come sostenevo io e come prevede la legge n.165/2003 si poteva avere 6 mesi per averla e trasmetterla all’Ufficio Industria. Dalla lite (come ho scritto in una mia lettera – che pubblicherò – l’esperto alzava anche la voce) è venuta fuori una denuncia al sottoscritto per falsa dichiarazione a pubblico ufficiale. Ma io di dichiarazioni che indicavano la funzione C3 ovvero uso laboratorio non ne ho fatte, come si vedrà.
Non riuscendo ad averla vinta per quanto riguarda l’abitabilità (in quanto la legge prevede proprio sei mesi per la presentazione) sono stato denunciato in pieno post-Licenzopoli per aver dichiarato che i locali oggetto dell’affitto erano IDONEI ALLO SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITA’ RICHIESTA.
Ma non è così in quanto l’idoneità dei locali non la da la funzione catastale (non c’è scritto in nessuna legge), ma solo la Polizia Civile che facendo il sopralluogo controlla che i locali siano idonei per l’attività che deve essere svolta in quel locale, ovvero che ci siano le condizioni per operare tipo luce, servizi, finestre ecc.ecc.
Appena presentata la pratica all’Ufficio Industria (nel Dicembre 2009) ho da subito presentato la pratica all’Urbanistica di cambio d’uso da ufficio a Laboratorio. La pratica è stata approvata in data 01.07.2010, sfortunatamente fuori tempo massimo e cioè dopo circa 7 mesi dalla presentazione della pratica di scarico licenza all’Ufficio Industria. Un giorno prima della scadenza dei sei mesi ho sospeso la ditta Autoplus, quindi perfettamente in regola con la normativa.
Ma questo non è bastato – pur osservando la legge – a non farmi querelare dall’Ufficio Industria per false attestazioni a pubblico ufficiale.
Capisco che tutto sia molto tecnico, ma la verità è che:
– Non ho mai sottoscritto false dichiarazioni perché le planimetrie corrispondevano i locali;
– Non ho mai sottoscritto false dichiarazioni dicendo che il locale aveva una destinazione di uso laboratorio;
– L’ufficio Industria ha trasmesso solo parzialmente all’autorità giudiziaria i documenti TRALASCIANDO di inviare il documento dove la Polizia Civile dichiarava che mi aveva consegnato la licenza riscontrando che i locali erano idonei all’attività che doveva svolgere. Questo documento – che è un rapporto di consegna della licenza – testimonia che i locali erano idonei.
– Il Dirigente dell’Ufficio Industria ha scritto una dichiarazione – fondamentale per il mio rimando a giudizio – dicendo che i locali non avevano la IDONEITA’ DI FUNZIONE (!!!) giusta, ma oggi in udienza proprio due testimoni qualificati, e cioè il Dirigente dell’Ufficio Urbanistica ed un Geometra, hanno dichiarato di non conoscere tale termine e che nel testo unico dell’edilizia non esiste quel termine.
– Un agente della Polizia Civile in un rapporto – dopo l’interrogatorio del sottoscritto presso il loro comando – ha dichiarato il falso scrivendo addirittura che il sottoscritto aveva messo in un’unica unità immobiliare più società, ma questo non è vero! Si parlava di idoneità dei locali e non di doppie abitabilità.
Allora riepilogando abbiamo la dichiarazione falsa di un agente della Polizia Civile, Un termine sconosciuto usato dal Dirigente dell’Ufficio Industria e un mancato inoltro al Giudice di documenti che potevano provare la mia estraneità. A che pro?
Perché tutti coloro che dovevano in qualche modo far capire come stavano le cose invece le hanno ingarbugliate?
Certamente io non mollo! E vedremo se l’interpretazione di una legge è più forte di quello che la legge a chiare lettere dice!
Comunque come vada io continuerò la mia opera di denuncia e venderò cara la mia pelle, come sempre! Anche con la legge anti-Severini dell’Editoria continuerò a denunciare come stanno le cose. E a professare sempre la verità.
Marco Severini – Direttore del Giornale.sm