L’attenzione al carcere, alle condizioni dei carcerati, e’ forse l’opera più grande di Papa Francesco.
Nei giorni in cui ognuno si prende un pezzo di Francesco per scagliarlo verso l’altro, tutti stanno lontani dal Francesco delle carceri.
Lui ci era andato, in carcere, anche pochi giorni prima di morire, lasciando lì la sua eredità, in termini di soldi dal suo conto corrente e quella di Padre della Chiesa Cattolica.
Anche un non credente come me, anche per chi non è d’accordo con alcune cose di Francesco e della Chiesa di Roma, questo ha di bello la chiesa, li dove c’è un carcerato, lì c’è un prete, lì dove c’è un povero che va alla Caritas, lì c’è un prete, lì dove c’è lo spaccio nei quartieri più svantaggiati, lì c’è un prete, lì dove c’è la fame più dura in giro per il mondo, lì c’è un prete.
O una suora.
Io posso non credere all’esistenza di Dio, ma credo all’esistenza dei preti e delle suore.
E credo, pensate un po’, anche ai vescovi e ai cardinali, quando rappresentano un pensiero alto col quale confrontarsi, sulla vita, sull’uomo, sul senso di ciò che esiste, in un mondo che non pensa. Che vive senza pensare.
Noi questo lo pensiamo,Craxi quando si stava per chiudere l’accordo per il nuovo Concordato con la Chiesa Cattolica, quando si arrivò a parlare di soldi, disse ai suoi: “non affamate i preti”.
Ci sono andato anche io in carcere nei giorni scorsi, ci vado da trent’anni ormai, ho visto, rivisto, l’orrore di uomini in condizioni disumane, dietro le sbarre e dentro, sotto, l’abisso di ciò che non è umano.
Quasi la metà di loro sono lì senza sentenza definitiva.
Le statistiche consolidate dicono che quasi la metà delle carcerazioni preventive si tradurranno in assoluzioni.
Ho visto un carcere pieno di persone che sono lì perché non hanno una casa, perché non hanno una patria, perché non hanno un avvocato, perché non hanno una vita.
Ho visto in faccia la tragedia di persone innocenti dietro le sbarre, senza water e doccia funzionanti, su materassi di spugna che trasmettono caldo, freddo e sudore e lacrime.
E ho visto in faccia anche i colpevoli certo, uomini che trattati come fossero il loro errore, con orrore, saranno l’errore e l’orrore che si perpetua.
Bene, male, malissimo, adesso si approva un decreto sicurezza che è produttore e moltiplicatore di rifiuti umani. L’uomo che diventa rifiuto.
Rifiuti che si accumulano.
Cose assurde.
14 nuovi reati e aumenti di pena per altri nove.
Ed erano già aumentati un bel po’ negli ultimi anni.
Cose da acrobati circensi della logica e della misericordia umana.
Se commetti un reato vicino, “nelle adiacenze”( adiacente quanto?) di una stazione, aggravio di pena! Minchia! In un ospedale o in una scuola no?
Conto i passi e sparo!
Se fai resistenza passiva in carcere, tipo non tocchi cibo, diventa un reato grave, equiparato ad un atto di violenza. Se poi facendo la fame, lo sciopero della fame, provochi danni ad altri, sino alla morte di altri( ma come cacchio e’ possibile far morire altri facendo morire se stessi per disperazione…), aggravio di pena.
Per dirne alcune.
Siamo alla turbe umana che diventa legge.
Alla cronaca che vince la ragione. Travolgendola.
Come si concilia la destra “francescana” con la destra carceraria?
Come si concilia la destra che dice di voler fronteggiare, con le riforme della giustizia, il giustizialismo manettaro della sinistra, cosa buona e giusta, con l’abuso di manette.
Cascano le braccia.
Sergio Pizzolante
