Un Natale in casa, fra tradizione, famiglia e tanta voglia di normalità. Ma grazie al green pass, c’è anche chi non ha rinunciato al pranzo al ristorante ed è riuscito ad andare alla Messa di mezzanotte. Lo scorso anno, la pandemia ci aveva rubato tutti i riti: le tavolate, gli abbracci, le vacanze sulla neve, lo shopping sfrenato delle vigilia, le feste. Quest’anno, i vaccini hanno permesso qualche libertà in più. Perché è vero che i numeri sono pazzeschi, ma le ospedalizzazioni sono ancora contenute e in stragrande maggioranza a carico dei non vaccinati. Quindi, negozi aperti e possibilità di girare, di stare in compagnia e di andare al cinema, ovviamente con le dovute cautele e i dispositivi di protezione.
Invece, un Natale tra tivù, social e pranzo con consegna a domicilio per chi è in isolamento o in quarantena: più di 800 solo a San Marino. Sicuramente un po’ più malinconico per chi è ricoverato, o addirittura in terapia intensiva. Il pensiero corre, in questo caso, agli operatori sanitari in prima linea nella lotta contro il Covid. Persone di una competenza e di una passione infinita per il proprio lavoro. Da due anni impegnati senza sosta. Sempre alla ricerca del modo migliore per prendersi cura dei pazienti. Non saremo mai grati abbastanza.
Anche il giorno di Natale, tantissimi cittadini si sono recati a fare il tampone, per scrupolo in quanto affetti da qualche sintomo influenzale, o perché convinti di essere stati a contatto con un positivo e quindi desiderosi di non essere a loro volta strumento di trasmissione. Quindi un pensiero anche ai farmacisti e agli infermieri addetti a questo servizio; agli analisti di laboratorio, capaci di gestire tecnologie e dati ormai a livello di ricerca spaziale; al personale del Pronto Soccorso che si prende cura anche delle altre patologie e delle diverse emergenze mediche.
Tutti a sperare che l’anno nuovo porti un po’ di serenità, ma sembra che almeno per le prossime settimane ci dovremo aspettare un ulteriore aumento dei contagi, con il dilagare di Omicron, che colpisce soprattutto i più giovani. “Per l’immunologo Le Foche, con questi numeri così elevati potrebbero esserci rischi per iperfragili e no vax. I vaccini hanno ridotto del 50% la malattia grave” (ansa.it). Per questo, gli appelli a vaccinarsi e ad accelerare la terza dose, si rincorrono senza soluzione di continuità. Nonostante lo sforzo immenso, non siamo affatto fuori dall’emergenza sanitaria.
In più, San Marino si trova di fronte anche all’emergenza politica, che non è affatto una novità ma che in questi giorni è stata molto enfatizzata dai giornali, che hanno messo al centro di tutte le attenzioni il Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta.
In effetti, l’emergenza politica era cominciata già lo scorso mese di luglio, quando Rete ha aperto una verifica di maggioranza che è stata condotta come un work in progress tra gli alleati per mettere a punto, di volta in volta, le diverse criticità. Ci sono state molte riunioni in questo contesto e, sicuramente, non sono ancora finite. La discussione sulla legge di bilancio ne ha dato ampia dimostrazione. E poi c’è la Sanità, ovviamente, dove il retaggio della “mala politica” degli anni passati si è pesantemente scontrato sia con il Covid, sia con la volontà di andare a correggere gli errori passati, pena l’impossibilità di costruire una sanità del futuro. Lo scontro è tra due modi diversi di intendere la politica, ma avremo modo di approfondire.
Ora tutti gli occhi sono puntati sulla riunione odierna del Congresso di Stato e sulle decisioni che ne deriveranno.
a/f