
Cambiano i suonatori ma la musica è sempre quella o come si dice in Piemonte “È mutato il maestro di cappella, ma la musica è la stessa”.
La speranza che qualcosa potesse cambiare nel nostro ospedale con l’arrivo del nuovo direttore generale ora dopo ora è come la neve di questi giorni si scioglie molto velocemente.
Ad un mese esatto dalla nomina di Bevere a direttore generale dell’istituto per la sicurezza sociale nulla è cambiato, le tante criticità messe in evidenza anche dallo stesso professionista in una dettagliata relazione in commissione sanità non hanno trovato alcuna soluzione, nessun problema è stato risolto e tante situazioni addirittura sono peggiorate, ma quel che è più grave è che i metodi sono sempre gli stessi, quelli che pensavamo fossero solo un brutto ricordo dopo i saluti della principessa che non ha certamente fatto piangere gli operatori della sanità quando se ne è andata.
Leggere la pubblicazione di bandi internazionali per la nomina del Direttore di Dipartimento Prevenzione e la nomina del Direttore di Dipartimento Socio-Sanitario, in apparente violazione delle norme attuali, altro non è che con un chiaro intento di reperire risorse fuori territorio – il che non fa pensar bene per niente e la paura che non sia cambiato nulla è sempre più concreta.
Ma qualcosa non torna.
Lo stesso Bevere in audizione aveva dato grande importanza alla necessità di avere un ospedale di sammarinesi per i sammarinesi e allora cosa sta succedendo? – Sono cambiate le regole d’ingaggio? – oppure molto più semplicemente chi accusava che c’era troppa politica in ospedale riferendosi ad alcune componenti della maggioranza altro non era che la propria fotografia. Il grande accusatore della ingerenza della politica nelle corsie dell’ospedale, il Segretario Ciavatta – che ha addirittura bloccato l’azione di governo nel mese di agosto con una assurda verifica di maggioranza una verifica che oggi trova conferma, come un goffo tentativo di nascondere i propri fallimenti tentando di acquisire potere con la politica dell’accetta e non con quella dei risultati.
Chissà se il nostro ministro avrà ancora dei bonus da mettere sul tavolo? oppure dopo essere stato graziato con le dimissioni ”non irrevocabili” respinte di Natale, la pagnotta di Pasqua forse la mangerà qualcun altro?
Un lettore