Mentre la politica del Titano è in fermento per il vertice super-ristretto (addirittura non era stata né informata né invitata la rappresentanza di Motus Liberi) e super-segreto che ha riunito i veri vertici politici della coalizione di governo, e per lo “strano” summit di Via Gino Giacomini immortalato da un esponente storico del socialismo sammarinese (ma non sarebbe stato lui a mettere queste immagini a disposizione di GiornaleSm) che ha imbarazzato Libera e creato -diciamo- perplessità nella sua base vista la “vicinanza” politica fra i “boy-scout” di Motus Libera e la Lega di Salvini, ovvero la destra italiana…
Mentre -si diceva- la politica sammarinese è in grande fermento e gli “esclusi” dal vertice super-segreto, come ad esempio il gruppo misto di maggioranza, avrebbero espresso senza troppa diplomazia agli alleati la loro contrarietà a simili iniziative, è passata quasi inosservata la riunione di ieri mattina del Comitato di Previdenza del’Iss che aveva al suo ordine del giorno l’acquisto per 20 milioni di euro dei “bond” statali, ovvero l’investimento in titoli di debito pubblico di 20 milioni del fondo previdenziale.
Una operazione che ha immediatamente indotto la Csdl, il sindacato di sinistra per intenderci, attraverso il suo “pensionato” Giuliano Tamagnini, a urlare ai quattro venti che il governo avrebbe attinto ai fondi pensione per finanziare le casse pubbliche. Come dire: “rubano” soldi dei pensionati per finanziare le spese del governo!
Apriti cielo… “Col ca…..o! Che li vadano a prendere ai politici che hanno rubato nelle casse dello stato”; “Vergogna”; “Ne hanno gia’ persi 100 con Banca Cis, cosa vuoi che siano 20 milioni…”, si legge nei commenti dei sammarinesi relativi ad un non troppo “equilibrato” articolo pubblicato da un quotidiano sammarinese e rilanciato, sulla propria bacheca Facebook da uno dei politici di punta di Repubblica Futura, partito la cui comunicazione politica somiglia ormai più ai bollettini di propaganda di guerra russi o ucraini che non alle talvolta impensabili strumentalizzazioni della propaganda salviniana…
Del resto, queste reazioni, nella gente comune, che può quindi informarsi esclusivamente dai canali ufficiali di informazione biancazzurra, sono comprensibili. Chiunque, leggendo “mentre si parla di aumento di tasse, bollette, di riforma delle pensioni adesso l’Esecutivo sta pensando di utilizzare i fondi pensioni per gli investimenti nei titoli di debito emessi internamente recentemente…”, avrebbe una reazione sdegnata… Sarebbe grave, anzi, non averla…
Ma stanno realmente così le cose? No… Per nulla… E’ l’ennesima presa in giro -o perlomeno verità parziale, quindi non verità- di chi vuol trarre vantaggio politico, di consenso distorcendo una vicenda. Pratica in cui come non mai fino ad ora l’opposizione sammarinese, Rf e Libera per intenderci, sembra diventata “bravissima”. Fossi sammarinese mi sentirei, però, preso in giro dagli autori di queste distorsioni dell’informazione.
Vediamo allora come stanno realmente le cose, in maniera completa, senza tralasciare nulla. Senza opinioni, ma solo con fatti concreti e completi. Ogni sammarinese, sulla base di ciò, potrà farsi una sua opinione sulla validità o meno dell’operazione finanziaria di investimento dei fondi previdenziali.
Sì, perchè la prima cosa che va compresa è che non ci si trova di fronte ad un prelievo forzoso del governo, dello Stato, dai fondi pensionistici, ma di un investimento effettuato da chi quel fondo ha l’obbligo di gestirlo e farlo rendere il massimo limitando al minimo il rischio dell’investimento stesso.
Attualmente quei 20 milioni sono investiti nelle banche sammarinesi e hanno una resa annua di circa lo 0,35%. Significa che grazie a quel piccolo interesse, ogni anno, il fondo pensionistico incassa circa 70mila euro come “premio” dalla banca.
Investendo, invece, quella cifra nei “bond” biancazzurri la rendita sarebbe di circa lo 0,80% che determinerebbe un interesse annuo guadagnato dal fondo pensioni di 160 mila euro. Quasi 100 mila euro in più, 90 per l’esattezza!
Perdipiù, con un rischio assai minore visto che i “bond” sono garantiti dallo Stato mentre i depositi bancari sono garantiti da una realtà privata, la banca, che può sempre fallire, come peraltro accaduto più di una volte anche sul Titano.
Alla luce di ciò la domanda che viene da porsi è di tutt’altro tono: perchè il fondo pensioni, che ha disponibilità -spero!- ben maggiori, investe nei “bond” -a rischio inferiore e rendita più che doppia rispetto lo stesso investimento fatto nelle banche- solo 20 milioni di euro? Perchè, ad esempio, non 40, che determinerebbero un guadagno annuo doppio per il fondo pensioni?
Enrico Lazzari