San Marino. Francesco Confuorti oltre che “capo (occulto) del Governo” aveva influenze anche sulla governance di Banca Centrale? Dubbi anche su RF e le sue prese di posizione … di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Nella prima fase del governo AdessoSm era realmente il finanziere lucano, presidente della banca d’affari Advantage Financial, Francesco Confuorti il vero capo del governo, come concluso dall’attuale Segretario di Stato agli Affari Interni Gian Nicola Berti nel corso del suo intervento in Consiglio Grande e Generale (leggi qui)?

Cioè -”traducendo”- era realmente Francesco Confuorti a dettare la linea di azione del governo in materia finanziaria e bancaria, come si potrebbe dedurre da alcune email emerse nel corso del processo incentrato sulla famosa vicenda nota come “Caso Titoli”, ai tempi della controversa liquidazione di Asset Banca e nel momento di massimo “splendore” della ormai tristemente famosa  “Cricca” -come concluso dalla relativa Commissione parlamentare di inchiesta- creatasi attorno alla governance di Banca Cis?

Per poter almeno provare a rispondere a questo dubbio con la necessaria cognizione di causa è importante conoscere almeno il contenuto delle citate email, intercorse nella primavera-estate del 2017 fra l’allora Segretario di Stato alle Finanze, Simone Celli, e quel Francesco Confuorti oggi a processo. Email “svelate” nei giorni scorsi:

San Marino. Prime email fra Simone Celli e Francesco Confuorti: il finanziere era capo occulto del Governo AdessoSm, come denuncia il Ministro Gian Nicola Berti?

Email Celli-Confuorti. Incredibile! Il Segretario di Stato alle Finanze chiede al finanziere se va fatto un decreto per concedere a Carisp il credito di imposta.

Email Celli-Confuorti. “Caro Francesco…”, un messaggio a tarda notte per definire la “relazione” sul “progetto del settore bancario” e la sperata sinergia con Bcsm.

Perchè queste email sono importanti? Semplice, perchè evidenziano in maniera palese come il finanziere lucano venisse interpellato dal Ministro delle Finanze su questioni di pertinenza prettamente governativa. Ad esempio, nel momento in cui si doveva definire tecnicamente il passaggio di Asset a Cassa di Risparmio, sembra essere stata affidata totalmente a Confuorti la decisione della concessione o meno di un credito di imposta all’istituto che avrebbe assorbito la banca liquidata: “Per garantire operazione Asset -chiedeva Celli a Confuorti- devo promulgare decreto dove riconosco a Carisp credito di imposta per accollarsi short-fall di patrimonio? Fate sapere così inizio a lavorarci…”.

O forse, come sembra essere determinata a dimostrare la strategia processuale della difesa del finanziere -non riesco a spiegare altrimenti la produzione da parte della difesa di queste email agli atti del processo- Confuorti era un normale consulente del governo o della Segreteria alle Finanze?

Ipotesi non supportata da elementi oggettivi incontestabili, ma possibile, come -al momento- ogni altro scenario. Appurato ciò, mi chiedo: se così fosse dove stanno le delibere di incarico con relativa determinazione dei compensi? E, soprattutto, chi e come avrebbe corrisposto il sacrosanto compenso per la eventuale consulenza prestata a governo o Segreteria di Stato di Celli? Non dimentichiamo, infatti, che Confuorti era il presidente di una banca d’affari. Certo, non una realtà del calibro di Goldman Sachs o Jp Morgan, ma le parcelle di queste attività di supporto ad operazioni finanziarie (una banca d’affari non è una banca “retaill”, ovvero non apre conti correnti e non ha sportelli per pagare bollette, ma “vende” supporto per grandi operazioni finanziarie, imprenditoriali o commerciali) non sono certo di “quattro spicci”, ovvero da passare inosservate…

Quindi, ricollegandomi ad una saggia lettera di un lettore pubblicata qualche giorno fa (leggi qui), quale è la domanda ovvia, “giusta”, da farci ora? Semplice: a che titolo e per che vantaggio diretto il finanziere lucano Francesco Confuorti prestava -o meglio sembrava prestare visti i contenuti delle citate email fra lui e Celli- una sorta di consulenza alla Segreteria di Stato alle Finanze? E, al tempo stesso, da chi sarebbe stato autorizzato o incaricato a farlo? 

E questo è il primo dubbio, pesante visto il momento particolare del comparto bancario in quegli anni, che merita una solerte risposta, meglio se dai diretti interessati. Ma c’è un altro dubbio, sempre relativo al “ruolo” del finanziere italiano oggi imputato, che appare altrettanto “pesante”, ed è relativo all’influenza che questi avesse nei confronti della governance del tempo di Banca Centrale. Anche questo dubbio -oltre alla deposizione di Ugo Granata che in fase istruttoria mi sembra possa aver dichiarato di aver tenuto uno dei colloqui preliminari alla sua nomina nella Vigilanza di Bcsm in un ufficio milanese della banca d’affari presieduta da Confuorti… Anche questo dubbio -dicevo- viene alimentato dalle email fra lo stesso e l’allora Segretario alle Finanze Celli. Una in particolare (leggi qui) dove il Ministro, pur -visto il suo ruolo- potendo rivolgersi direttamente e unicamente a Banca Centrale, si rivolse al finanziere per esprimere l’esigenza di una sinergia fra la sua Segreteria di Stato e Bcsm relativamente ad una precisa tematica in materia bancaria.

Se non è chiaro il ruolo che Confuorti potesse avere nei suoi rapporti con il Governo, il fatto che Celli sembri aver sottoposto a lui anche l’esigenza di arrivare ad una sinergia con Banca Centrale, alimenta un secondo dubbio, questa volta relativo al ruolo che il medesimo finanziere lucano potesse avere nei confronti della governance di Bcsm.

Ragion per cui, parafrasando la netta conclusione tratta dal Ministro Berti, oltre che “il capo del governo AdessoSm”, Confuorti avrebbe potuto essere, forse, anche il “capo” della governance di Banca Centrale? Okay, è una forzatura, ma il dubbio è sensato, pur essendo assai più labile di quello alimentato dalle ombre generate dai suoi rapporti con almeno un membro di governo, oggi palesi, ma a suo tempo fermamente negati dal governo, anche nella risposta “istituzionale” ad una interpellanza presentata dal Pdcs (ma di questo parleremo più approfonditamente nei prossimi giorni).

Tutte le domande, tutti i dubbi, tutte le “ombre”, quindi, potrebbero trovare la “luce” alla risposta ad una unica domanda: chi lo ha “invitato”; perchè e per fare cosa era sul Titano, in quegli anni, il finanziere lucano Francesco Confuorti?

Anzi, non tutte. Almeno non quelle su eventi recentissimi come, ad esempio, quello sollevato nei giorni scorsi da un lettore di GiornaleSm sulla “strana” linea tenuta in questi giorni da Repubblica Futura, all’epoca del “Confuorti-sammarinese” fulcro del governo AdessoSm: “Perché da anni l’unica battaglia attiva di Rf è contro Catia Tomasetti (presidente di Bcsm; ndr) nonostante sia palese che le cose nel sistema bancario dopo il suo arrivo si siano completamente ristabilite” e -aggiungo io- sia oggi in corso un procedimento penale nei confronti di chi gestiva Banca Centrale negli anni in cui loro governavano? Ma anche questo aspetto -vista la precisa domanda del lettore- proveremo ad approfondirlo nei prossimi giorni…

Enrico Lazzari