San Marino. Giornata internazionale contro la violenza alle donne: occorre reagire contro i pregiudizi e l’ignoranza … di Alberto Forcellini

Per molti secoli le donne sono state incatenate, imbavagliate, vendute, private di ogni diritto legale o civile che fosse. A una donna restavano poche scelte: o viveva la vita che la società aveva preparato per lei o, in un qualche modo, se ne tirava fuori.

Due categorie hanno scelto di rompere, a modo loro, le barriere: le sante e le streghe.

Oggi tutti si dicono contrari alle barriere, alle differenze e alle discriminazioni, eppure le cronache vanno quotidianamente dal femminicidio allo stalking, dallo stupro alle violenze psicologiche, ai ricatti, agli sfregi con l’acido. Le sante sono passate di moda e le streghe continuano ad andare sul rogo.

Le due donne più belle del mondo sono la Venere di Milo e la Nike di Samotracia: una è senza braccia e l’altra è decapitata. Eppure, il simbolismo della loro immagine, al di là delle mutilazioni e di ogni tempo, è anche per le donne di oggi un messaggio di bellezza, di fierezza e di forza.

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata istituita partendo dall’assunto che ogni tipo di violenza sia una violazione dei diritti umani. Tale violazione è una conseguenza della discriminazione contro le donne, dal punto di vista legale e pratico, nonché delle persistenti disuguaglianze tra uomo e donna.

La violenza di genere influisce negativamente e rappresenta un grave ostacolo nell’ottenimento di obiettivi cruciali quali l’effettiva parità sui luoghi di lavoro, l’eliminazione della povertà, la lotta all’HIV/AIDS e il rafforzamento della pace e della sicurezza.

La sostanziale carenza di risorse da destinarsi ad iniziative per l’eliminazione della violenza contro le donne e le ragazze in tutto il mondo contribuisce a far sì che questo fenomeno persista, spesso fomentato anche da credenze religiose.

Nonostante che il progresso nei più svariati campi della scienza, della tecnica, del costume e delle leggi, abbia portato a fare importanti passi in avanti, la società non riesce ancora a reagire pienamente contro antichi e terribili retaggi che impediscono di riconoscere la parità fra i sessi e di praticare il rispetto reciproco. Occorre, dunque, reagire contro i pregiudizi, l’ignoranza e la violenza nelle sue innumerevoli manifestazioni e sfumature.

Ma occorre anche rifuggire dal mercimonio del vittimismo a cui si assiste in queste giornate, fatto di bieco interesse e di speculazione, che si realizza assumendo la violenza sulle donne come alibi per anestetizzare un po’ tutti sulla violenza economica, la lotta di classe, la differenza tra un ceto e l’altro.

La vera lotta nasce dall’esempio e da un investimento culturale da fare in famiglia, nella scuola e nella società, che invece ancora ha troppi pochi adepti.

a/f

Nell’immagine: La Nike di Samotracia (o vittoria alata) in tutta la sua potenza iconica al Museo del Louvre