San Marino. Giustizia per Leone, il gatto colpito da una scarica di piombo partita dal fucile di un anziano. Sei mesi con la condizionale per Elio Bernardi

Si è chiusa con una sentenza di colpevolezza la vicenda giudiziaria che ha avuto per protagonista, suo malgrado, un gatto domestico di nome Leone, raggiunto da una fucilata a distanza ravvicinata lo scorso dicembre. L’episodio, avvenuto in una zona residenziale della Repubblica di San Marino, ha avuto un esito drammatico ma non fatale: il felino, trapassato da decine di pallini, è riuscito a sopravvivere grazie a un delicato intervento veterinario.

Sul banco degli imputati, Elio Bernardi, 82 anni, residente a pochi metri dalla casa della proprietaria dell’animale, Sonia Palazzini. Il Commissario della Legge Adriano Saldarelli, lo ha ritenuto responsabile di uso improprio di arma da fuoco e di lesioni inflitte a un animale d’affezione. Il verdetto: sei mesi di detenzione, sospesi con la condizionale, e un’ammenda di 1.500 euro. All’uomo è stato inoltre imposto un risarcimento di 750 euro in favore della padrona del gatto, più le spese legali da determinarsi successivamente.

Commissario della Legge avv. Adriano Saldarelli

Determinanti per l’accusa sono stati i riscontri tecnici eseguiti dalla Guardia di Rocca: l’arma rinvenuta nell’abitazione di Bernardi è risultata compatibile con i residui balistici estratti dal corpo del micio. Anche la videosorveglianza privata ha contribuito: un’esplosione è stata chiaramente udita nelle registrazioni del pomeriggio incriminato.

In aula, l’avvocato della difesa, Marco Berardi, ha avanzato un’eccezione preliminare di carattere normativo, sottolineando come la recente riforma in materia di reati contro gli animali abbia abrogato la vecchia disciplina senza rendere pienamente efficace quella nuova. A suo dire, la mancanza di una norma transitoria configurerebbe un vuoto legislativo, con potenziale violazione del principio del “favor rei”. Un’impostazione, questa, non condivisa né dalla parte civile – rappresentata dall’avvocata Maria Selva né dal Pubblico Ministero fiscale, Giorgia Ugolini, che hanno invece insistito sull’evidenza del materiale probatorio.

Il magistrato ha rigettato l’istanza, ribadendo che la nuova normativa, pur modificando il quadro sanzionatorio, non ha eliminato la punibilità del gesto.

Secondo quanto emerso, alla base del gesto ci sarebbe stato un lungo e rancoroso conflitto tra vicini. Nonostante l’imputato abbia negato ogni coinvolgimento, ipotizzando la presenza di cacciatori nella zona, il giudice ha ritenuto la sua versione poco attendibile, considerando la coincidenza di più elementi convergenti.

La sentenza, destinata a far discutere, potrebbe ora approdare in secondo grado: la difesa ha già lasciato intendere l’intenzione di ricorrere in appello.