GUIDARE I CAMBIAMENTI
Pensando al futuro del nostro Paese è evidente che si impone una profonda riflessione sui processi che stanno venendo avanti da diversi anni, ai quali si aggiunge la rivoluzione digitale in atto. La manodopera viene progressivamente sostituita dai robot che richiedono una diversa organizzazione del lavoro impostata su persone professionalizzate e specializzate. La popolazione è sempre più vecchia mentre tanti giovani sono costretti ad emigrare a causa di politiche miopi e arretrate del governo. L’economia globale non riesce ad uscire dalla stagnazione che potrebbe consolidarsi, spingendo verso la deindustrializzazione, con riflessi negativi anche su San Marino. Il ripiegamento dei partiti e dei sindacati determinano una perdita di peso delle tradizionali rappresentanze del Novecento e lasciano gran parte del potere decisionale alla cricca finanziaria. La rappresentanza di un sistema vecchio in disfacimento e i ritardi culturali determinano una crescente ostilità dei cittadini.
Subire gli eventi e i cambiamenti invece di guidarli apre la strada al baratro che è quella che stiamo percorrendo da diversi anni. Il governo ha sciupato l’enorme ricchezza ereditata, si è lasciato guidare dai faccendieri e li ha anche coperti, ha accumulato un debito pubblico enorme insieme ad una disoccupazione gigantesca. Non ha voluto capire che la crisi del 2008 imponeva la fine del clientelismo, degli sprechi e delle ruberie; la gestione programmata del lavoro e degli investimenti; la professionalizzazione dei lavoratori sammarinesi per limitare il ricorso ai frontalieri. Ha invece difeso le rendite speculative, ha favorito gli evasori, ha regalato soldi pubblici ai proprietari delle banche, ha scelto l’assistenzialismo al posto dello stato di diritto.
L’immobilismo del governo di fronte alle innovazioni tecnologiche è deleterio. Senza una programmazione del lavoro, senza una formazione professionale di alto livello, senza una progettazione delle attività produttive e della ricerca, non abbiamo futuro.
Emilio Della Balda