Una dichiarazione programmatica che impegna l’intero semestre reggenziale. È questo il significato che, secondo tradizione, investe il primo discorso della nuova Reggenza, LL. EE. Francesco Mussoni e Giacomo Simoncini. Toni di alta diplomazia, che puntano a temi primari come l’accordo con la UE e il rapporto con l’Italia.
“Sua Eccellenza Kovsca – afferma la Reggenza rivolgendosi al presidente del Consiglio di Stato sloveno – rappresenta un Paese amico, vicino e solidale a livello bilaterale e multilaterale; ancor più oggi, nell’esercizio della Presidenza del Consiglio dell’Unione europea, la Slovenia sta confermando l’effettiva propensione verso la costruzione di un’Europa resiliente e strategicamente autonoma; un’Europa in cui trovano tutela i nostri valori e le nostre identità ed in cui le culture nazionali non sono da impedimento ad una cultura europea, bensì ne costituiscono il fondamento”.
È quell’Europa con cui San Marino ormai sta trattando in maniera ravvicinata, senza mettere in secondo piano il rapporto con l’Italia, rappresentata dall’ambasciatore Mercuri. I temi sul tappeto sono tanti, e forse anche qualche criticità, ma la Reggenza fa leva su quello spirito solidale e sulla magnifica collaborazione che si è instaurata proprio nei momenti più duri dell’emergenza sanitaria. “Italia e San Marino sono stati chiamati ad impegni comuni e reciproci, per sostenere le fasi emergenziali della pandemia ed ora i nostri due Stati sono chiamati a pianificare ed affrontare la gestione degli effetti attuali e futuri. L’attività diplomatica è stata un punto fermo nel rapporto politico-istituzionale e non ha lesinato sforzi nella capacità di veicolare tempestivamente le necessità cogenti di cittadini e famiglie gravemente provati dalla malattia, dal profondo disagio e dalla inevitabile contrazione economica”.
Il messaggio è chiaro: la malattia è stata quasi debellata, ma il lavoro più grande: ritornare alla normalità sociale ed economica, è ancora tutto da fare. La collaborazione tra i due Stati rimane di primaria importanza. Il pensiero va quindi ai cittadini, alle famiglie, ai lavoratori, che nonostante la dura prova a cui tutti sono stati sottoposti hanno dato prova di grandissima solidarietà e resilienza: “Vogliamo essere al fianco dei nostri cittadini, sostenendo convintamente lo sviluppo e la valorizzazione di quei comparti che ci hanno resi unici e competitivi negli scorsi decenni, a partire dal turismo alle politiche commerciali, dall’ imprenditoria ai prodotti e manufatti del territorio. In questa direzione, condivideremo politiche incentivanti e sostegni pubblici ai lavoratori, ai giovani e alle famiglie che vorranno esplorare e cimentarsi in nuove opportunità di investimento; allo stesso tempo, presteremo massima attenzione e non lesineremo sforzi verso tutti coloro che hanno subito limitazioni della propria capacità lavorativa, sopportando sacrifici gravosi e pesanti ristrettezze in capo alle proprie famiglie.” C’è un messaggio antico e nobile in questo passaggio della Reggenza, che nonostante l’evoluzione dei tempi e il processo di modernità subito anche dalle istituzioni, ha messo l’accento su una delle funzioni primarie dell’istituto reggenziale, quella di proteggere i più bisognosi.
E qui arriva il richiamo alla politica, che deve affrontare un’intensa stagione di riforme, calendarizzate e in atto per il prossimo semestre. Le condizioni poste dalla Reggenza per affrontare questo processo, sono forti: “… un rapporto tra Governo, forze di maggioranza e di opposizione e parti sociali, improntato alla massima chiarezza dei ruoli e alla volontà di condividere insieme il sistema delle regole e un’adeguata riorganizzazione del sistema economico e sociale. Solo attraverso tale esercizio di alta responsabilità politica, potremo assicurare al Paese una crescita sostenibile e garantire stabilità finanziaria, progressivo allineamento ai parametri internazionali e futuro certo al nostro Stato”.
Non sempre il dibattito consiliare rispetta questo registro impostato sull’effettivo bene del Paese, i vizi della politica sono antichi come quelli degli uomini, per questo una sorta di supervisore super partes, rappresentato dai Capi di Stato, appunto, potrebbe essere un buon viatico al raggiungimento del risultato. Tra l’altro, con la benedizione appena arrivata dal FMI e da Fitch.
Infine, ma non certo per importanza, il passaggio sui temi dell’ambiente e dei cambiamenti climatici, che stanno diventando sempre di più stretta attualità. “La Repubblica ha a cuore e intende proteggere e salvaguardare concretamente il proprio assetto ambientale e il proprio territorio, sostenendo la necessità di una transizione ecologica all’insegna della green economy e di politiche di sostenibilità integrata; la transizione ecologica dovrà pertanto essere al centro del dibattito politico, innescando un processo di cambiamento, un rilancio dell’economia e dei settori produttivi all’interno di una strategia delineata e ben definita, che metta al centro, sempre e comunque, la tutela e il rispetto dell’ambiente”.
a/f