San Marino. Il Dr. Sanzio Giuseppe Castelli sull’utilizzo del tampone diagnostico per il COVID19

Credo che l’utilizzo del tampone diagnostico per il COVID19 vada utilizzato non solo per la diagnosi differenziale nei soggetti con sintomi, in modo da scegliere la terapia corretta,ma anche con finalità preventive, in particolare nei contatti stretti uno non appena identificati e un secondo ripetuto alla fine della quarantena.

Soprattutto questo consentirebbe, a mio avviso, di rendersi conto del numero di portatori sani e quindi di ampliare la cerchia dei contatti da identificare, poi si eviterebbe di sospendere la quarantena a soggetti portatori o nel frattempo divenuti paucisintomatici; conoscere meglio l’incidenza del contagio nelle varie fasce di età e nei due sessi e valutare l’importanza della dose virale assorbita dal contagiato (quanto tempo di convivenza stretta sia necessaria o quanto stretto debba essere il contatto anche se di breve durata)sarebbero dati da raccogliere non solo a mero scopo scientifico ma capaci di determinare una utilità in tempi brevi.

Sappiamo che esistono falsi positivi (molto pochi) e falsi negativi (il 10% circa dei tamponi) e il secondo prelievo contribuirebbe a diminuire il margine di errore. Bisogna però disporre dei tamponi, di chi fa i prelievi al domicilio dei soggetti in isolamento,del personale di laboratorio ma confido che la commissione diretta dal dr. Arlotti saprà fare le scelte prioritarie e più oculate per la nostra salute.

La pandemia durerà a lungo ed è possibile che questo virus diventi  un futuro virus influenzale, per cui ci si potrà vaccinare, per cui tutti gli sforzi, anche finanziari, messi in campo oggi torneranno utili .

Dr. Sanzio Giuseppe Castelli,

 

 

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