San Marino. L’ASTROLABIO – “Un terremoto mondiale” … di Augusto Casali

Anche la nostra piccola Repubblica è coinvolta in quella specie di terremoto prodotto dalle prese di posizione, dai modi e dai toni usati dal Presidente degli Stati Uniti D’America. Anche se, i dazi indicati per la Repubblica di San Marino, inferiori a quelli proposti per l’Unione Europea, potrebbero aprire per noi nuove opportunità, i nostri governanti, tutti presi dalla febbre dell’Accordo di Associazione all’U.E., sembrano neppure essersene accorti. Ora i dazi sono stati sospesi per 90 giorni e vedremo alla fine dove si assesteranno e quali effetti produrranno anche dal punto di vista politico.

Probabilmente tutti gli stati si stanno interrogando sui nuovi scenari internazionali che potrebbero scaturire dagli sviluppi di tutta questa vicenda, portando addirittura anche alla creazione di un nuovo ordine mondiale.

L’ex Segretario di Stato Augusto Casali

Ovviamente la nostra Repubblica non possiede strumenti atti ad incidere nell’attuale situazione, ma ciò non vuole dire che non si debba preparare agli eventuali nuovi scenari, facendo la cosa che, tra l’altro, avrebbe dovuto fare da tempo, e cioè: predisporre un proprio progetto complessivo individuando obiettivi precisi nei vari settori e nicchie di mercato particolarmente utili alle esigenze del Paese e consoni ad una piccola entità territoriale.

Per fare questo occorrono però idee chiare che, mi pare, manchino da alcuni lustri, anzi, sembra addirittura di percepire una certa improvvisazione mista ad arrendevolezza da un po’ di tempo a questa parte. L’attuale momento storico imporrebbe una politica estera prudente, vigile e dinamica; una politica estera capace di interloquire con realtà statuali importanti, alle quali saper proporre le opportunità che San Marino può mettere in campo al fine di favorire rapporti bilaterali multipli e diversificati, oltre a coltivare la collaborazione con l’Italia che rimane il partner privilegiato per ovvie ragioni.

Certamente lo scossone prodotto in questi giorni dal Presidente USA, Donald Tramp, piaccia o non piaccia, ha posto tutti quanti di fronte ad un modo nuovo, probabilmente anche discutibile, di porsi di fronte alle relazioni internazionali. Personalmente però non voglio iscrivermi al partito numeroso, Italo-Sammarinese, che pretende di insegnare agli altri come si fa il Presidente degli Stati Uniti d’America e quindi trovo che quel che è successo abbia avuto il merito di risvegliare L’Unione Europea dal torpore e dalla sonnolenza dei suoi burocrati, i quali per una trentina di anni si sono crogiolati occupandosi più della grandezza delle vongole da pescare, della pericolosità della dieta mediterranea e del Made in Italy, insomma di fare prevalere gli interessi degli uni a discapito di altri, anziché perseguire il sogno dei fondatori dell’Unione Europea, i quali miravano all’unione dei popoli che la compongono, armonizzandoli, perché “Tutti viviamo sotto lo stesso cielo, ma non tutti hanno lo stesso orizzonte.”  L’Europa si è ora risvegliata più vulnerabile, più divisa e con tanto tempo perso alle spalle. C’è da augurarsi che tutto questo trambusto possa portare l’opportunità di migliorare l’attuale stato delle cose, attraverso anche un esame critico del percorso fino qui intrapreso, al fine di recuperare i valori originari degli ideatori della comunità europea e di poter giocare un ruolo internazionale per il futuro meno marginale di quello avuto fino ad oggi.

E questo aspetto riguarda ovviamente anche la Repubblica di San Marino, che in Europa, non dimentichiamolo, geograficamente c’è già e da sempre. D’altronde, quando i sammarinesi varcano il confine di Dogana sono già anche nel territorio dell’U.E. e questo al di là del famigerato Accordo di Associazione, il cui negoziato (di cui poco si conosce) si è concluso oltre un anno fa, anche se recentemente sono state sollevate eccezioni da parte italiana in materia di vigilanza, tanto è vero che si è reso necessario un “Addendum”, i cui contenuti, non ci crederete, sono attualmente sconosciuti ai più, ma che di certo ci comunicheranno prossimamente.

Comunque, una cosa è l’accordo di Associazione all’Unione Europea, con i suoi contenuti, i suoi vantaggi e i suoi svantaggi, e una cosa è poter sottoporre l’esito del negoziato tra San Marino e U.E., prima che entri in vigore, a referendum, affinchè i sammarinesi possano scegliere il proprio futuro e far prevalere la democrazia per quel che riguarda una scelta che condizionerà le future generazioni. 

Quel che è certo è che il nostro Paese, per le sue dimensioni e per la sua storia, ha un dovere in più rispetto ad altri: Quello di difendere la nostra identità, le nostre tradizioni e la nostra sovranità, che sono tutti valori vitali per la Repubblica di San Marino, attraverso i quali, nel tempo, la nostra Repubblica è stata conosciuta nel mondo. Questi valori, sia chiaro, non possono essere barattati con qualcos’altro di materiale, di luccicante, pena la perdita della nostra specificità e addirittura, della nostra unicità, con il rischio di divenire una semplice noce nel sacco.

Non si tratta di essere sovranista o isolazionista, parole d’ordine anti-pensiero unico assai di moda oggi, ma semplicemente di non rinnegare il nostro passato e di non disperdere il patrimonio lasciatoci dai nostri predecessori, grazie alla loro esperienza di vita e alla loro saggezza.

Significa battersi per non assumersi l’enorme responsabilità di essere travolti nel mare magnum della burocrazia imposta dai più forti, dove tutto è senza differenze culturali, storiche, politiche e sociali e dove tutto diviene una massa indistinta, informe, grigia, senza tradizione, senza passato e probabilmente senza futuro.

Ammetterete che questa ipotesi, se ci si volta appena indietro, come minimo, fa una enorme tristezza! 

Augusto Casali