Ieri il tempo a disposizione dei consiglieri nel comma comunicazioni ha dato la possibilità al consigliere di Md Federico Pedini di tornare a parlare di un tema ultimamente scomparso dal radar della politica: il rimborso a cassa di risparmio di 13,5 milioni di euro da parte della società Leiton che ha emesso un prestito di pari importo e che fa capo a Cis. Quando Pedini parlò per la prima volta di tale prestito indicando la sua scadenza al 30 giugno scorso si scatenò l’inferno e fu specificato per iscritto in una lettera a firma dell’ing. Grandoni che il prestito non era scaduto. La successiva pubblicazione dell’ordinanza del giudice Morsiani ha invece messo in luce come il prestito fosse scaduto il 30 giugno ma che nel frattempo sarebbero state fatte delle pressioni sul direttore Mancini per concedere una proroga da parte dell’allora direttore di Bcsm Moretti anche per il tramite dell’avv. Fabio Zanotti per favorire gli interessi di Cis in pregiudizio di quelli di Carisp. Per far luce nell’intricata vicenda i consiglieri di Dim hanno presentato un’interrogazione dove tra le altre cose si chiede di conoscere la scadenza del prestito e se il debitore è stato messo in mora. La risposta è stata rinviata per due volte ed è arrivata ai consiglieri nella giornata di ieri. Di tale risposta si parlerà in aula in questi giorni, possiamo anticipare che le risposte sono parziali ma che ciò che emerge è che il debitore è stato messo in mora. Però – è il messaggio lanciato dal consigliere Pedini – del fatto che questo prestito non è stato pagato sembra non interessi niente a nessuno. Si tratta di soldi che non sono stati pagati alla banca pubblica dei sammarinesi che invece sono chiamati a pagare una patrimoniale iniqua. “Perché ciò avviene – ha chiesto rivolgendosi alla maggioranza – Questo imprenditore sammarinese che volete difendere è forse il vostro mentore”?
Repubblica Sm