San Marino. L’ultima minaccia: il commento di Olga Mattioli su Repubblica Sm

“Se la battaglia ne valeva la pena non importa aver vinto o esser stati sconfitti”. Sono le parole di un’editrice al suo direttore, in questo caso niente meno che Ed Hutchinson/Humphrey Bogart che infatti, nonostante l’imminente chiusura del giornale che dirige, non si dà per vinto e porta avanti una pericolosissima inchiesta su un omicidio. A uno studente che vorrebbe avvicinarsi alla professione di giornalista dice “non sarà il mestiere più solido ma è certamente il più bello”. E’ con tale convinzione, pur consapevole degli innumerevoli rischi di cui è foriero, che porta avanti il suo scottante lavoro. Non la si fa mai realmente franca quando c’è la stampa di mezzo. “E’ la stampa bellezza. E tu non puoi farci niente. Niente”. Ecco spiegato allora perché a volte quella stampa si cerca di farla fuori. E’ accaduto in un recente passato anche a San Marino. Molte battaglie sono state perdute, il Paese ne è uscito quasi sempre sconfitto. L’ultima partita si è giocata con la frettolosa vendita degli Npl dove la puntuale ricostruzione delle forze di opposizione ha fatto emergere come sarebbero stati persi almeno 100 milioni. E’ lo stesso quotidiano italiano Repubblica parlando di Npl a scrivere lo scorso 8 dicembre “L’aver tardato a vendere le sofferenze e l’avere messo in competizione Intrum con i cinesi di Cefc, consente a Intesa Sanpaolo di spuntare prezzi medi pari al 28,7% del nominale, molto sopra le medie passate”. Noi abbiamo venduto i nostri Npl al 7% che poi diventa una percentuale ancora più risibile se si considera che al suo interno c’erano anche i crediti sanitari esigibili al 96%. Conseguenza diretta di quelle perdite è la finanziaria lacrime e sangue che approderà nuovamente in aula a partire dalla giornata di oggi. Chi non si è ribellato fino a questo momento per questo stato di cose non merita alcun biasimo perché ovviamente il popolo non può stare continuamente adunato per le questioni che ha giustamente delegato alla politica. Poi ci sono gli scioperi e a quelli occorre partecipare quando ci sembri che la battaglia possa valerne la pena. Del resto è in gioco la sovranità di un Paese che ha resistito ai soprusi di molti. La piazza in questi ultimi due anni ha fatto paura perché farsi vedere lì non era facile. E’ invece importante esserci e senza timori. La foto che verrà scattata il 14 dicembre testimonierà il coraggio di chi non ha avuto paura. E resisterà nel tempo, lanciando un prezioso messaggio ai posteri, come è resistita la pellicola di Richard Brooks dal 1952 ad oggi.

Olga Mattioli (Repubblica Sm)