San Marino. Manifestazione rotonda dei Tavolucci: quando la deriva “nazi-green” distrugge un Paese e spegne ogni speranza nelle nuove generazioni.

Cioè, ma siamo seri? Davvero la lotta politica, in San Marino, è arrivata ad un tasso tale di degenerazione, strumentalizzazione e populismo? Davvero un partito di opposizione -peraltro dalla grande storia caratterizzata dalle “lotte di classe”, dalle battaglie per i diritti fondamentali e così via- ha portato gente in “piazza” per contestare l’abbattimento di una cinquantina di alberi? Perdipiù quando gli stessi alberi erano stati già abbattuti? E, “ri-perdipiù”, quando l’abbattimento delle stesse piante è finalizzato alla realizzazione di un progetto -apparentemente avviato ai tempi del governo AdessoSM!!!- finalizzato a migliorare la sicurezza stradale?

…E io che pensavo -evidentemente a torto- che sul Titano i tempi fossero ormai maturi per avviare progetti seri, strumentalizzabili ma indispensabili, come ad esempio quello del termovalorizzatore di cui parlavo qualche settimana fa (clicca qui e qui per rileggere i due approfondimenti).

Ce l’hai con Libera, dirà qualcuno… No, ho anche collaborato professionalmente con qualcuno interno a Libera e, questa collaborazione, mi ha lasciato oggi rapporti personali di stima reciproca. Ce l’ho con quella politica, da qualunque partito essa provenga, che per un pugno di voti, per il consenso di “bottega” è disposta a scarificare l’interesse comune, nel caso specifico della rotonda dei Tavolucci, la sicurezza della viabilità che va ovviamente a beneficio della comunità.

Valgono più 52 alberi di una vita? No, e anche Libera questo lo sa… Ma, evidentemente, vale più qualche voto in più di una vita sammarinese. Non scendo nel merito dell’effettivo miglioramento della sicurezza determinato da quell’opera perchè dò per scontato lo determini, visto che è realizzata da tecnici con competenze specifiche. E non voglio neppure entrare e approfondire il fatto che questo progetto, con annesso abbattimento degli alberi, fosse stato predisposto ai tempi in cui Libera era al governo… Non è questo il tema su cui voglio attirare l’attenzione.

Il tema che questa ennesima vicenda presenta prepotentemente è quello dell‘integralismo ambientalista, inutile per l’impatto che simili battaglie alla sulla qualità della vita o sull’impatto sul pianeta e, al tempo stesso, estremamente dannoso per lo sviluppo sociale ed economico di un Paese. Ovviamente usciamo, nel ragionamento, dall’abbattimento o meno di 52 alberi, dalla realizzazione o meno di una rotatoria… Il problema è -chiamiamolo così- l’eco-nazismo, un integralismo, una esasperazione di una battaglia che trasforma legittime esigenze in battaglie di principio che, poi, finiscono con il fare danni enormi senza ottenere nulla di importante in termini di ambientalismo vero e razionale.

Di esempi in tal senso è piena la storia… Prendiamo ad esempio la tassa Ue sulla plastica applicata alla produzione. Ha ridotto -quel provvedimento da solo- le tonnellate di plastica prodotta e utilizzata in Ue? Sì, ha ridotto l’utilizzo della plastica in campo industriale in Ue, ma non la quantità di plastica utilizzata nello stesso territorio… Ha determinato, però, perdita di imprese e quindi di posti di lavoro. Un solo esempio: la Coca-Cola ha immediatamente trasferito alcuni suoi siti produttivi dall’Italia all’Albania. Non è masochismo, integralismo ambientalista questo?

Ma torniamo sul Titano, un Paese immerso nel verde, quasi “soffocato” -si fa per dire, esasperando il concetto- dal verde. Potrei capire l’impatto che potrebbe avere, ad esempio nel centro di Milano, abbattere 52 alberi. Ma, concretamente -e sinceramente- che impatto potrebbe avere abbattere lo stesso numero di alberi in Repubblica? Zero… Meno di zero in termini di qualità della vita dei sammarinesi, al contrario di un miglioramento della viabilità che, invece, un impatto benefico lo avrebbe.

Ma su questi 52 alberi Libera ha deciso di portare la gente in piazza… Non era meglio manifestare -visto l’impatto importante che questo potrebbe avere sia sul costo delle bollette che sullo sviluppo economico nonché sulle martoriate casse pubbliche- per la realizzazione, ad esempio, di un termovalorizzatore, così da spronare il governo a “darsi una scrollata” e iniziare, finalmente, a mettere in campo una iniziativa che possa far apparire la classica luce in fondo al tunnel che porta agli anni a venire, oscurati del crescente debito pubblico continuamente innalzato, manco si trattasse di uno schema Ponzi, e utilizzato per coprire la spesa corrente?

Evidentemente no… Meglio concentrarsi su 52 alberi in una protesta addirittura sterile, inscenata non si sa con che fine visto che attuata quando gli alberi erano stati già abbattuti.

Serve una svolta totale. Una svolta, una evoluzione culturale nella popolazione. E una radicale assunzione di responsabilità della politica, di maggioranza e di opposizione… Altrimenti, ad essere abbattuti, la prossima volta, non saranno 52 alberi ma centinaia di anni di storia di libertà e autonomia…

Enrico Lazzari